La Juventus ce l’ha; e la Roma ce l’ha. Il Milan ce l’ha; e la Lazio ce l’ha. Ci ha pure l’Udinese e la Fiorentina, ha grandi e piccine, nobili e cortigiane: e in quell’album con quarantanove figurine – quarantadue in campionato, sette tra coppa Italia ed Europa – ciò che manca per davvero è la pazza Inter. Si scrive Hamsik, si legge in mille modi: centrocampista o mediano, incontrista o incursore, mezza punta o goleador; e l’immagine più fresca che rimbalza dinnanzi agli occhi lucidi d’una folla innamorata è quel « fenomeno » che stravolto di felicità, dopo aver piegato con il sinistro al volo il Villarreal, va sotto la curva B, si porta le mani alle orecchie, fa la smorfietta da scugnizzo e arringa i suoi tifosi: «Non sento, non sento» . Ci ha pure il Villarreal nella personalissima galleria dei ricordi, un colpo secco, al volo, per avvicinare quota cinquanta, per sentirsi sempre più Marekiaro, per allargare le braccia al vento e lasciarsi carezzare dall’onda azzurra di un san Paolo ai suoi piedi e blandito attraverso il proprio sito: «Siete stati fantastici, sono felice di poter vivere quest’atmosfera, la vittoria è tutta vostra. E’ stata una splendida serata » .
(NERO)AZZURRO –L’Hamsik impietoso che mette in ginocchio chiunque, ilMilan o la Juventus, la Roma o la Lazio, al San Paolo o in trasferta, è una macchina da gol perfetta, una mezzala con i tempi e la prolificità d’una seconda punta che un bel giorno, primavera 2007, stava per finire all’Inter, ormai promessa sposa con tanto di diritto di prelazione, scadenza 31 maggio e cancellata con uno scatto di Pierpaolo Marino che al primo giugno, ma all’alba, si presentò nella sede del Brescia, s’accomodò con Corioni, stabilì il prezzo – 5,5 milioni di euro – e portò a Napoli un talento grosso così tra i rimpianti postumi di Moratti,i corteggiamenti serrati però corretti della Benemata, sistemata da De Laurentiis in pole position nell’ipotesi (impraticabile) che….
MAREKIARO & MATADOR –Missione impossibile acquistare Marekiaro, per l’Inter e per chiunque altro, e Hamsik s’è ritrovato con addosso quella maglia come seconda pelle, l’oggetto del desiderio di sempre, pur nei giorni infuocati del mercato («voglio vivere qui l’emozione della Champions») e ora pronta per l’ennesima notte delle stelle, magari da condividere con un Cavani doloranteperò scalpitante, intravisto in campo a passeggiare almeno fiducioso, quasi convinto di poter miracolosamente presentarsi a San Siro. L’Inter che ad Hamsik manca nella collezione, il Matador non vuol farsela mancare nell’ennesima serata specialissima, da vivere stringendo i denti e dopo aver verificato stamani, in rifinitura, la caviglia.
CHE SHOW –L’Hamsik in salsa partenopea, in questo quinquennio da favola, è unmustda godersi a tutto campo, con pezzi da cineteca che restano (settanta metri palla al piede contro il Milan e rete; doppietta a Torino in casa- Juventus; rovesciata vincente nell’Olimpico giallorosso,colpo di testa in sospensione nella visita alla Lazio) ma con l’Inter come tassello mancante in quel puzzle da goleador incallito, come ribadito martedì sera in Champions, in una notte (ri)vissuta a cuore aperto con la sua gente attraverso il proprio megafono ch’è il sito.« E’ un grande inizio di stagione, non possiamo lasciarci travolgere dall’euforia ». E’ un anno cominciato a modo suo: rete a Cesena, bis in Champions; ed ora uno sguardo all’Inter, l’unica big assente in quel certificato di garanzia esibito con naturalezza, destro o sinistro, di testa e al volo, dal dischetto o dal limite area. E’ un Hamsikno limits,
pazzaInter…
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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