Nessuno più di Rafa Benitez potrà certificarlo. Nessuno più di lui potra smentirlo o, più probabilmente, ribadirlo con decisione. Convinto. Con la certezza, la sola, di chi li ha allenati tutti e può giudicare.
Gerrard prima, Lampard poi e presto anche lui, Marek Hamsik: il talento svezzato, cresciuto e diventato grande in azzurro, il simbolo ormai di un progetto, il predestinato a cui Edy Reja aveva anticipato il futuro. «Marek è il nuovo Lampard, è un altro Gerrard. E’ di quel livello lì. Centrocampisti così ce ne sono pochi».
SCOMMESSA – La profezia di Reja e l’arrivo di Benitez. Un destino che sembra compiersi. Hamsik quel che è stato Gerrard nei sei anni di Benitez a Liverpool: 291 presenze, 104 gol, una Champions e un altro po’ di Coppe alzate. Hamsik quello che è stato Lampard al Chelsea in questi ultimi mesi: la guida, la spinta, l’uomo in più di Benitez per conquistare anche l’Europa League. «Ma pure a Napoli puntiamo in alto. Credo in questo progetto. Ho firmato un contratto lungo e voglio rispettarlo. Io resto a Napoli, sono felice». Generazione di fenomeni. Gerrard, Lampard, Hamsik. Età, storie e squadre diverse, Benitez c’è sempre però. Come il talento, enorme. E le caratteristiche, perfette, di tutti e tre per interpretare meravigliosamente il 4-2-3-1 dello spagnolo.
FENOMENI – Gerrard, Lampard o Hamsik, il meglio che c’è. Che stiano in mezzo al campo o dietro la punta. Un po’ mediani, un po’ rifinitori. Incursori, arrembanti, imprevedibili. Li trovi ovunque, soprattutto nella classifica dei marcatori e di quelli, che i gol, li fanno segnare: sempre ai primissimi posti. La qualità nei piedi, la forza nella testa. Campioni si nasce prima fuori e poi dentro il campo. Loro non hanno mai tradito. Personalità e carattere. Ma per Hamsik, in testa, c’è anche il ciuffo. Cresta alta e fiera, riconoscibilissima anche adesso che il taglio è inflazionato. «E’ per quello che forse le mamme dei bambini sono tutte arrabbiate con me».
LEALTA’ – Il sorriso, l’approccio migliore per affrontare altri argomenti. Seri, ai quali il campione è sempre rimasto “fedele”. Marek Hamsik il campione ma anche un papà responsabile, attento a far veicolare sempre messaggi giusti. Il gol con le parole si fa promuovendo la prevenzione. «Lo sport dev’essere sano. Pulito. Gli atleti diventano personaggi a cui i bambini si ispirano. Io ero un gran tifoso di Lance Armstrong, ma che delusione quando ho scoperto che si dopava, che barava. Non sono questi i simboli a cui guardare». Saggezza da fuoriclasse. Si deve puntare al meglio. Obiettivo Gerrard e Lampard. Marek Hamsik è sulle loro tracce. Con Benitez in panchina. Con chi sennò.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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