Rieccolo con quella fascia di capitano al braccio che tanto lo esalta nel Napoli come nella Nazionale slovacca. Assente Cannavaro, tocca a Marek Hamsik caricarsi la squadra sulle spalle e trascinarla alla vittoria. Non è la prima volta che gli succede. Era capitato anche a dicembre e gennaio e il Napoli grazie ai suoi assist (1 a Siena, 2 con il Palermo e 1 a Firenze) riuscì a tamponare l’assenza del difensore della Loggetta. Poi riprese anche a far gol: uno a Parma, l’altro al Catania, le ultime due vittorie azzurre prima del poker di pareggi. Ora per tornare ai tre punti, il Napoli confida nel giovane capitano in seconda. Anche Hamsik è reduce da un lungo digiuno. Ma il suo è dipeso solo dalla bravura dei portieri avversari: con la Samp, infatti, fu l’estremo difensore Romero a negargli la gioia del gol deviando la sfera con la punta della dita della mano sinistra; e con la Juve, invece, è stato Buffon a sventargli un paio di iniziative.
VOGLIA DI GOL – Lo slovacco morde il freno e smania dalla voglia di riportare i suoi alla vittoria, gasato da quella fascia al braccio che Cannavaro ben volentieri gli affida. Su di un campo, poi, il «Bentegodi», che risveglia in lui dolci ricordi ma solletica anche continue rivincite. Aveva diciotto anni quando Cavasin alla guida del Brescia lo fece esordire in casa del Chievo Verona il 20 marzo del 2005. Ed Hamsik assaporò la prima amarezza della sua carriera: sconfitto per tre a uno dopo i lombardi erano passati in vantaggio nel primo tempo con Mareco. Altri dispiaceri dai veneti Marek li ha subiti nel corso degli anni con la maglia del Napoli. Ecco perchè ogni volta che si trova al cospetto del Chievo Verona tira fuori un’insolita rabbia agonistica. Cinque sconfitte e cinque vittorie, questo il bilancio personale di Hamsik. Suo il gol all’andata, su assist di Zuniga, giunto dopo il capitombolo in casa della Juventus, che restituì ai compagni, sorriso ed autostima per riprendere la corsa. E mai come domenica è atteso il bis. Il Napoli rincorre una vittoria che manca dal due febbraio. Una vittoria per consolidare il secondo posto in classifica ma anche fare capire alla Juve che alle sue spalle non c’è intenzione di mollare. E se non fosse possibile centrare il bersaglio personale, lo slovacco è chiamato a fornire l’ennesimo assist ai suoi. Non è caso è tra i primi, alle spalle di Totti, nella speciale graduatori. E non a caso, l’ultimo gol di Cavani in campionato (a Firenze) scaturì da un assist di Hamsik.
NAPOLI E NAZIONALE – Marzo per lui dovrà essere il mese della riscossa. Ancora due partite con il Napoli e poi altre due con la propria nazionale per le qualificazioni ai Mondiali in Brasile. Per Hamsik dovrà essere il mese del decollo. Dopo Chievo Verona ed Atalanta lo aspetta la sua Nazionale che dopo il cambio di panchina (da Weiss a Griga) non è che abbia brillato. La Slovacchia giocherà le prossime due gare in casa. Ed ha scelto di giocarle a Zilina, duecento chilometri da Bratislava, la cittadina che ha dato i natali a Stanislav Griga, il neo tecnico. Lituania e Svezia sulla strada di Hamsik. Ed anche lì, sempre con la fascia di capitano al braccio, dovrà trascinare i suoi alla vittoria. A marzo, del resto, oltre al debutto in serie A, la stella di Marek ha spesso brillato di luce propria, con la maglia del Napoli o con quella della sua nazionale. Ed il capitano neanche stavolta intende tradire le attese.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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