Londra. Marek si accende tutto al solo pensiero, le guance avvampano, la sua vocina si fa più bassa del solito. «Per ottenere il passaggio del turno bisogna conquistare almeno 10 punti. Sarebbe bello prenderne altri tre stasera qui e ritrovarsi al primo posto nel girone». Sulle spalle di Hamsik c’è il formidabile peso di un Napoli che sogna il colpo che in Champions manca dal dicembre del 2011 (2-0 sul campo del Villarreal). «In due anni siamo molto cresciuti, in esperienza e in qualità. Il merito? È soprattutto di un allenatore che ha uno spirito vincente e che ha favorito la nostra crescita soprattutto con la sua tranquillità».
Una frecciatona, chissà quanto voluta, a Mazzarri. Il faccione fin a quell’istante assorto di Rafa sorride e ringrazia. Pacca sulla spalla allo slovacco e poi Benitez replica: «Con questa frase di sicuro giochi contro l’Arsenal». Figurarsi se Marek aveva bisogno di questo per aver un posto da titolare all’Emirates Stadium. «Ma qui non contano gli uomini, è la squadra la vera forza che ci fa andare avanti. È questo spirito che abbiamo da qualche mese che ci fa avere una marcia in più». La cresta sembra proprio la criniera di un elmo. A occhio rigidissima ma nella realtà amorevolmente curata come fosse un green di Wimbledon. Un Napoli guerriero per vincere sul campo dell’Emirates, violato quest’anno solo dall’Aston Villa. «Temo tanti dell’Arsenal, ma ovvio che se potessi togliere un avversario toglierei Ramsey. Sì, anche più di Ozil: perché negli ultimi tempi mi sembra che sia quello più in forma e che sia anche quello che stia facendo più reti».
Anche stasera avrà la fascia da capitano: «Un orgoglio per me, ma lo sarà di più se riusciremo a vincere qualcosa di importante alla fine della stagione». Non fissa obiettivi. E neppure si piange addosso. La ferita per l’eliminazione nella corsa ai Mondiali brucia. Meglio dimenticare. «Ora è questa notte di Champions a potermi regalare le soddisfazioni maggiori. Poi c’è il campionato. Il Napoli è un palcoscenico di primo piano per tutti noi». Le grandi sfide a centrocampo, la grande occasione di dimostrare proprio in Inghilterra dove giocano i suoi due idoli, Gerrard e Lampard, di essere uno dei migliori al mondo. «No, non è così. Io credo che sia la squadra forte. Ed è per questo che io gioco meno». La domanda giusta per aumentare la pressione a Marek che quando è sotto stress, si illumina e diventa rosso come un peperone. «Vincere? Ovvio, siamo qui per questo. Ma non è una partita semplice: l’Arsenal gioca un calcio aggressivo, molto fisico. Abbiamo visto i video. Poi in questo stadio non è mai semplice vincere». Non è ancora la grande occasione della sua vita, ma poco ci manca. Perché comunque lo slovacco è uno degli astri più accecanti della serata. E tutti gli altri facciano un piccolo passo indietro.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
L.D.M.
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