Hamsik: “Siamo felici non molliamo”

Lo slovacco: "Abbiamo colpito il Cagliari al momento giusto"

E ora che fare? «Gioire e non pensare ad altro». Tenera è la notte, a cresta alta, con quel geniaccio “benedetto” che raschia il fondo d’una partita ispida e poi, zan, la taglia in due: quinto gol (e tre quarti, mettendoci pure la partecipazione all’autorete di Boja Valero), cinque assist e la Juventus ch’è lì, ad un niente, con l’Inter alle spalle. E’ il Napoli di Hamsik: senza Cavani, senza Pandev chi pensavate potesse prendere per mano quella squadra nel momento più complicato d’un match che lascia dentro sensazioni da controllare: «Siamo felici, felicissimi, perché abbiamo vinto su un campo bellissimo e difficilissimo, contro una squadra organizzata, con la quale faticheranno in tanti. Lo abbiamo fatto anche noi ma siamo riusciti a prendere tre punti ed a regalarci una soddisfazione grossissima. Questi successi danno forza e spingono ad andare avanti, ad insistere». 

IL VICERE’ – Fuori Cavani, el matador, dentro, la materia grigia di Marek Hamsik, che fa la mezza punta alle spalle di Insigne, che va a fare il pressing su Conti e sa quando farlo, lasciandogli giocare palloni inutili e pressandolo nelle fasi critiche. L’Inter perde a Parma, il Napoli vince a Cagliari, la Juventus battuta a san Siro ed ora è tutto un altro campionato, nel quale Hamsik ci si infila con la sua autorevolezza, con la padronanza di chi sa cosa vuole dalla vita, per mandare in estasi una città da sempre ai piedi del suo vicerè: «Sono punti pesanti, questi. E sono arrivati proprio nella nottata in cui non c’era Cavani: uno come lui manca a prescindere e noi ci siamo dovuti adattare. Abbiamo giocato con Insigne centrale e Lorenzo è probabilmente una punta esterna, ma abbiamo fatto tutto quello che ci ha chiesto il mister». 
CUORI FORTI – Cagliari 0, Napoli 1: ed ora è già tutta un’altra storia, che rimuove la tristezza per i due punti lasciati al Milan (e quelli consegnati al Torino) e ricarica l’autostima d’un gruppo che si è saputo riprendere in quattro giorni, guadagnando i sedicesimi di Europa League e poi rispondendo immediatamente al malumore intestino per un passettino falso. «Ci abbiamo messo il cuore, come facciamo sempre. Ma stavolta siamo andati oltre, perché certe assenze possono diventare determinanti e, quando perdi, si fa in fretta a dimenticare i problemi che avevi prima della partita. Ma il Napoli ha dimostrato di essere un gruppo solido, che sa reagire: siamo venuti fuori quando sembrava che il Cagliari stesse per avere il predominio territoriale; siamo stati bravi a colpire quando c’è stata l’occasione; abbiamo superato la delusione per quel palo nel primo tempo che poteva lanciarci. Insomma, il carattere c’è stato. E questa vittoria è meritata». 
LA SVOLTA – Accade tutto sul finire, quando lo 0-0 non si schioda, quando il Cagliari s’è preso un po’ del centrocampo, quando il Napoli sembra avvertire la stanchezza: ha un Insigne
 che ha speso pure quello che non aveva; però ha anche un Hamsik che per un tempo ha pensato innanzitutto alla copertura ed alla fase passiva e che quando entra Vargas, con due punte davanti, lanciando un occhio a Conti, butta l’altro nell’area avversaria. Coglie l’attimo: quelli sono palloni che gli piacciono, che sbaglia una volta su dieci (ed è già successo con il Milan). Hamsik lo doma, lo tiene basso, lo prende di collo-interno, lo manda nell’angolo lontano, dove s’era annidata la delusione della settimana passata e dove adesso c’è l’euforia di un venticinquenne che sa essere leader in campo e anche fuori, dosando le parole e però lasciando libera interpretazione alla fantasia della sua gente: «Eravamo impegnati in uno stadio che per la prima volta aveva tutti i settori aperti al proprio pubblico, dunque con una atmosfera particolare. Tutto molto bello. E anche tutto molto duro. Perché il Cagliari è stato veramente bravo ed ha giocato bene. Ma il valore di una squadra emerge in certe circostanze e il Napoli ne è venuto fuori quando serviva. E’ impossibile raccontare quello che sento dentro: posso dire che sono contentissimo, come dimostrano gli abbracci nel finale. Un successo del genere offre qualcosa in più». Qualcosa in più del secondo posto?
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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