La colonna sonora, per ora, è un’eco lontana che si perde tra i pensieri: ma crederci, obbedire a se stessi e poi combattere è il doveroso impegno da trasmettersi in quello stadio ch’è un sogno. «Non abbiamo paura, noi siamo il Napoli e abbiamo il san Paolo». Otto anni e non sentirli addosso, perché ora che il gioco si fa veramente duro, Hamsik si rimette a giocare: c’è Napoli-Athletic Bilbao, un’ora e mezza da vivere a cresta alta, perché domani sia veramente un altro (bel) giorno.
Come se la passa, capitano?
«Come chi si prepara ad una grandissima partita. E’ importante per noi ed anche per loro, ma non avverto tensione, né preoccupazione. So che faremo l’impossibile per passare».
Dura è dura…?
«Per entrambe. L’atmosfera è ottima, è vero che in tanti dei nostri sono tornati tardi dal Mondiale, ma questo può essere un vantaggio, perché nelle gambe hanno ancora le partite. Siamo carichi al punto giusto».
Cosa si aspetta da questa stagione?
«Ora pensiamo ad accedere alla Champions, è il nostro primo ed enorme obiettivo. Ma vogliamo andare avanti, immergendoci completamente in questa doppia sfida».
In questo genere di gare si procede anche per calcoli?
«Assolutamente no, si pensa ad essere se stessi, a sfruttare le occasioni che capitano. Stavolta giochiamo al san Paolo e questo è un fattore a nostro vantaggio».
Si lascia alle spalle la criset ta del settimo anno…
«Voglio giocare il mio calcio in assoluta serenità. Mi pare che la condizione sia già discreta».
Gli avversari sono di spessore.
«Ci è toccata una squadra completa, che ha qualità ovunque e che conta sulla coesione: stanno insieme da tempo, giocano a memoria e lo fanno bene. Non verranno qui a difendersi».
La fascia da capitano impone responsabilità.
«Che ho già provato e dunque non mi cambia l’impatto con la partita. Ma il Napoli è un gruppo. Siamo da ormai dodici mesi con Benitez, conosce il calcio spagnolo, è uno studioso, ci ha preparato a dovere».
La differenza talvolta è nei dettagli.
«O nel san Paolo. Il nostro dodicesimo uomo in campo, e non è un modo di dire».
Scelga due avversari pericolosi.
«Mi sembra che Alduriz e Muniain siano da temere un pochino in più degli altri, però è l’impianto di gioco che risulta di assoluto livello. Affronta no chiunque a viso aperto».
Fonte: Corriere dello Sport
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