Neanche a lui la parentesi in nazionale ha giovato più di tanto, anzi. Hamsik è rientrato piuttosto rabbuiato da Bratislava. Per la prima volta, ha dovuto incassare qualche critica di troppo dopo le due prestazioni opache con la maglia della Slovacchia: pareggio interno con la Lituania, gara valida per la qualificazione al Mondiale e pari con la Svezia in amichevole. «Quando gioca con il Napoli si esprime decisamente meglio», ha insinuato qualcuno. In realtà, Hamsik, che funge anche da capitano della sua nazionale, ha pagato lo scotto del cambio di guida tecnica. Con il neo-tecnico, Stanislav Griga, e con le sue scelte, il gioco non è più quello di prima. E la critica ha preso di mira lui che è l’elemento più rappresentativo. Ma Hamsik è lo stesso di sempre. Con la Lituania si è battuto come usa fare nel Napoli. Con grinta, dinamismo, cercando di rifinire la manovra offensiva, provando anche la conclusione personale. Ha corso tanto. Ma ora con il Napoli avrà modo di scaricare la rabbia interiore accumulata a Zilina e provare a recitare da protagonista in questo finale di campionato. Cominciando da Torino.
Già con l’Atalanta aveva dato segnali di netta ripresa sul piano fisico e tattico. Era risultato tra i migliori in campo in quel ritorno alla vittoria dopo sei gare di astinenza, tanto da ricevere i complimenti a fine gara da Pierpaolo Marino colui che credette in lui fin dal primo momento. Fu Hamsik ad iniziare l’azione del rigore. Fu lui attraverso scambi continui con Zuniga e poi Armero a creare problemi alla difesa bergamasca.
Ora dovrà proseguire su quella scia e magari ritrovare anche la via del gol. Gli manca dalla gara interna con il Catania. Ma la domenica precedente era andato in gol a Parma, spianando la strada all’ultima ed unica vittoria esterna del Napoli nel 2013.
Con le sue intuizioni tattiche ed i suoi inserimenti offensivi, Hamsik potrebbe essere l’arma in più a disposizione di Mazzarri per questo finale. Poi ci sarà un’altra gara ancora allo scontro diretto con il Milan, una sfida che per lui assume sempre un significato particolare. Il club rossonero, infatti, fu tra i primi a notarlo nel Brescia ma non ci credette abbastanza. E due estati fa tornò alla carica con una mega-offerta. Ma prima De Laurentiis e poi lo stesso Hamsik dissero di no. Lo slovacco preferì restare a Napoli e vincere qualcosa di importante. E ora questa ha tutto il sapore di una rivincita personale per lo slovacco che in nazionale non riesce più ad esprimersi come invece gli riesce nel Napoli.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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