Saranno i giorni di Hamsik. Si parlerà di lui, delle sue possibilità di recupero per la gara con la Sampdoria, dell’attesa di una guarigione che tardava ad arrivare, dell’angoscia di non potercela fare per la prima dell’anno nuovo, dei dubbi di Benitez se rischiarlo o meno già nel match dell’Epifania. E giù discussioni, riflessioni, chiacchiere. Intanto, però, ieri Marekiaro è tornato a lavorare con il gruppo. In forma smagliante. Dopo quasi un mese e mezzo di differenziato e di palestra. L’edema all’osso del piede lo ha costretto al riposo prolungato e gli ha negato persino la possibilità di correre per quasi 30 giorni. «Ma ora sono pronto anche se toccherà all’allenatore decidere se farmi giocare oppure no», ha confessato a un giornale del suo Paese prima di ripartire per Castelvoltuno.
Rafa lo accolto alla sua maniera. Ovvero, a braccia aperte. Nessun trattamento particolare, s’intende: lo avrebbe fatto per chiunque perché fa parte del suo stile. E così sul suo blog ha dato l’annuncio. «Devo darvi una buona notizia – dice rivolgendosi ai tifosi – il ritorno nel gruppo di Marek Hamsik. È il modo migliore per festeggiare la fine dell’anno e tornare al lavoro nei prossimi giorni».
Hamsik è stato a lungo il genio della lampada, il motore (mobilissimo) della manovra offensiva, l’uomo in più soprattutto nella parte iniziale della stagione (4 gol nelle prime due giornate, 6 gol dopo 11 giornate). Non a caso le sue assenze hanno coinciso con le peggiori prove del Napoli, a cominciare dallo 0-1 al San Paolo con il Parma dove ha giocato appena 9 minuti prima di farsi male ancora una volta.
Ed è stato proprio l’incidente del 23 novembre a convincere Rafa e i suoi collaboratori a non affrettare il ritorno in campo dello slovacco. Un passo indietro: nella gara con la Juve Marek prende una botta al piede ma continua a giocare tranquillamente. Trascura il malanno e raggiunge la Slovacchia che affronta la Polonia in amichevole. Gioca quasi l’intera gara e subito dopo si accorge dell’infiammazione al quarto dito del piede destro. Il dolore al secondo metatarso non sparisce ma Marek lo ignora, forse lo sottovaluta. Si sarebbe dovuto riposare. Ma ha insistito per tornare in campo in tutta fretta. Fa una infiltrazione ed è pronto. Col Parma il patatrac con la scena simbolo delle scuse a Benitez nel momento in cui ha chiesto di uscire dal terreno di gioco, dopo una manciata di minuti. Perché col Parma si è fatto male sul serio, Marek.
Logiche dunque l’angoscia e la preoccupazione, nell’affacciarsi anche delle sfide chiave della Champions: senza Hamsik, d’altronde, è un Napoli minore per forza. E non ce ne voglia Pandev. Lo stop dello slovacco è durato 38 giorni. Ieri Marek è tornato ad allenarsi a Castelvolturno, e con ogni probabilità verrà convocato per la prima gara dell’anno. Prima farà una nuova risonanza: meglio non rischiare ancora.
Ci fosse stato Hamsik in questo ultimo mese e mezzo magari sarebbe stata un altro Napoli, e adesso avrebbe un’altra classifica. Bastavano quattro-cinque punti in più e la lotta per lo scudetto si sarebbe schiusa davanti agli azzurri. Ci fosse stato Marek Hamsik, certo, le cose sarebbero state diverse. Il fatto è che Hamsik non c’è stato. E senza di lui il bilancio è di 7 punti in 5 gare di campionato (inclusa la parentesi con il Parma). Per lunedì deciderà Benitez: Marek non gioca titolare dal 10 novembre, dallo Juventus Stadium. Ha nelle gambe il ritmo della partita?
Fonte: Il Mattino
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