Nato per stupire, a 11 anni Marek Hamsik segnò sedici gol in una partita del torneo giovanile slovacco. «Mai visto un calciatore con questa facilità di gioco e questa duttilità», parola di Edy Reja, il suo primo allenatore nel Napoli. Trecento partite in carriera, l’asso azzurro ha celebrato il prestigioso traguardo a Palermo, alla sua maniera. Con un gol, il primo dei tre ai rosanero. Hamsik è stato devastante, come nelle sue giornate migliori. Nei primi anni si concedeva pause nel corso della stagione, all’inizio del girone di ritorno faceva registrare un calo di rendimento. Campione a metà, malignavano. Ha imparato a gestirsi, soprattutto grazie a Mazzarri, che considera fondamentale il contributo di Marek. Perché è uno dei pochi giocatori al mondo che sanno essere efficaci a centrocampo e incisivi in attacco: gioca bene in due ruoli, in una partita è spesso la chiave tattica.
Durante il ritiro precampionato Hamsik è stato provato dal tecnico nel 3-5-1-1, studiato per ridurre la fatica dei centrocampisti. Non una novità, perché nello scorso campionato, quando Inler (o Dzemaili) e Gargano andavano in sofferenza, puntualmente Marek arretrava di venti metri. A Palermo ha giocato da trequartista e in alcuni frangenti da prima punta, con Cavani e Insigne ai suoi lati. Un gol e un assist, oltre ai rifornimenti per le punte di ruolo e alla marcatura su Donati. Ha fatto tutto con scioltezza, Marek, a conferma di una maturità raggiunta, peraltro a soli 25 anni. Le big d’Italia e d’Europa si erano lanciate sul campione quattordici mesi fa. In prima fila il Milan, però le parole di De Laurentiis sono state convincenti. Ha assicurato ad Hamsik il rinnovo del contratto e si è impegnato per mantenere il Napoli su livelli competitivi. «Abbiamo perso Lavezzi e Gargano? Siamo legati a questi due giocatori, io ho cominciato con loro la mia avventura a Napoli. Ma andiamo avanti e non piangiamoci addosso». Parole da leader, pronunciate prima di volare a Palermo.
Con Gargano, diventato suo cognato nel dicembre 2010, quando ne ha sposato la sorella, c’è stato ieri uno scambio di sms. Hanno festeggiato le prime vittorie di Napoli e Inter. «Tre gol e tre punti: ci siamo fatti i complimenti a vicenda», ha spiegato Marek sul suo sito internet. «Sono dispiaciuto, certo, perché Walter è un parente e il mio migliore amico, però questa è la vita. Si va avanti». Si è soffermato anche sull’esultanza dopo il gol. «Sono corso davanti al settore occupato dai napoletani, ero felicissimo». Ha fatto una scelta di cuore, più che di soldi, perché quei 2,5 milioni avrebbe potuto guadagnarli altrove. Si sente parte integrante del progetto De Laurentiis, partito in serie A con quei tre giovani: Hamsik, Lavezzi e Gargano. La «seconda fase» è cominciata con Fernandez, Vargas ed El Kaddouri, tre giocatori poco più che ventenni che rappresentano il futuro del Napoli. «Una squadra che ha una sua fisionomia ed è vincente», ha detto Marek.
Scaramantico, la parola «scudetto» non avrebbe voluto pronunciarla. Negli spogliatoi di Palermo ha ammesso che il Napoli è in corsa perché il livello tecnico è molto cresciuto in questi anni. Non c’è un’altra squadra di vertice che abbia lo stesso allenatore da quattro stagioni: vantaggio non di poco conto. «Ci conosciamo bene, sappiamo cosa vuole Mazzarri». C’è un clima che piace molto al tranquillo Marek, che si dimostrava così sereno e professionale anche a 17 anni, quando entrò nel settore giovanile del Brescia. «Adesso è questa, Napoli, la mia casa». Ha vinto la Coppa Italia, vorrebbe andare oltre la magica notte all’Olimpico, quando lui e gli altri azzurri umiliarono la Juve sotto gli occhi di Pavel Nedev, l’ex fuoriclasse ceco che considera Hamsik il suo erede. «Bravi così non ce ne sono», l’opinione del consigliere del club bianconero.
Scudetto, un sogno che Napoli non vive da ventun anni. La sfida è stata lanciata da uno slovacco che adopera con disinvoltura il dialetto napoletano. «Ci piacerebbe regalare un’altra grande gioia ai nostri tifosi. Possiamo giocarcela contro tutte. C’è stato un rinnovamento dell’organico, ritengo che siamo attrezzati per affrontare il campionato, la coppa Italia e l’Europa League». Hamsik non ha inserito clausole rescissorie nel suo contratto e, parola del procuratore Venglos, non pensa ad altre squadre. Napoli è la dimensione ideale per vivere e vincere. Marek si è creato il suo piccolo grande mondo a Castelvolturno, dove abita e s’allena. I campioni veri, lontano dal campo, preferiscono vivere nell’ombra.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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