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Hamsik: “Napoli, insieme saremo grandi”

LA PRIMA VOLTA. Questo non è il calcio di Hamsik, da sempre, per sei anni, in doppia cifra, ed ora inchiodato a quota sei, con l’ultima rete che va scovata nella memoria: 2 novembre del 2013, era Napoli-Catania; è passata un’eternità, ne son successe di cose, s’è fatto male e si è rialzato, ha ritrovato la condizione che lo sta assistendo come ieri, quando ci ha messo del suo nella manovra e poi ha chiuso pure da mediano davanti alla difesa. «Ma devo crescere». Deve tornare semplicemente a segnare come un tempo, come sempre: perché Hamsik è stato capocannoniere per tre stagioni, prima che approdasse Cavani al san Paolo; poi è rimasto al di là della soglia dei dieci gol, sistematicamente. «Ma ora possiamo essere soddisfatti: perché abbiamo vinto un trofeo importante, come la coppa Italia. Non era semplice e ci siamo riusciti a ripeterci dopo appena due anni. E però Roma non è stata una serata fantastica come avremmo voluto, è stata rovinata da quell’episodio doloroso. Io devo migliorare, comunque».

VERSO LO SCUDETTO. Il futuro è un pallone di cuoio nel quale è complicato intrufolarsi: era inamovibile ed ha scoperto, all’improvviso, di non rientrare tra gli intoccabili; era un goleador sopraffino, un centrocampista che faceva la differenza, e si è dovuto accontentare della normalità; era proiettato verso lo scudetto, o almeno sperava di poterlo inseguire, ed ha scoperto che tra la Juve ed il Napoli c’è l’abisso. «Ci è mancata la continuità dei risultati e questa sarà la prima cosa da rimediare, nella stagione che verrà. Siamo consapevoli di ciò».

QUESTO E’ AMORE. Poi c’è la sua Napoli, quella che gli è stata al fianco sempre, nei momenti durissimi della crisi; quella che l’ha trascinata sul dischetto, durante Napoli-Cagliari, praticamente sottraendo il pallone a Mertens, che però aveva deciso per lui; quella che ha capito che era in corso un disagio da affrontare assieme, con un capitano ch’è bandiera, perché la maglia azzurra è stata la sua scelta di vita: «Io posso soltanto ringraziare questo pubblico fantastico. Li ho sentiti sempre al mio fianco, non ho mai avuto dubbi sul loro affetto. E mi hanno dimostrato sempre di essere legati a me» . E domani poi chissà cosa accadrà: qualunque cosa, non muterà la scena. Perché questo è amore….

Fonte: Corriere dello Sport
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