Chi era presente nello spogliatoio di Siena racconta di un Hamsik con un filo di emozione nell’indossare la fascia di capitano forzatamente lasciata da Paolo Cannavaro. Avrebbe anche sussurrato qualcosa che però nessuno ha percepito. Forse un atto di fede, un giuramento, chissà. Non era la prima volta che Marek portava la fascia di capitano al braccio. Era successo nella gara con la Fiorentina del 13 marzo 2010 ed allora riuscì a superare il record di Antonio Juliano, indossandola a 22 anni e 229 giorni. Ma si trattò di pura casualità, a Siena, invece, per le disavventure capitate a Cannavaro è diventato il condottiero numero uno del Napoli. E tale si è comportato in campo. Suo l’assist che ha spianato la strada alla quinta vittoria esterna stagionale. Suo l’incoraggiamento più forte prima di mettersi in viaggio per Banskà Bystrica dove l’attendono Martina, i piccoli Lucas e Christian, i genitori, la sorella Miska con Walter Gargano per trascorrere insieme il Natale. «E’ stata una vittoria molto importante – ha sottolineato il neo capitano del Napoli – Avevamo avuto una settimana difficile, perdendo due volte di fila con il Bologna, prima in campionato e poi in Coppa Italia, con conseguente eliminazione. Inoltre i nostri compagni Paolo Cannavaro e Gianluca Grava si erano visti squalificati e ci erano stati sottratti anche due punti in classifica. Non era facile riprendersi ma ci siamo riusciti con tanto orgoglio ed ora guardiamo avanti con ottimismo. C’è ancora tutto un girone di ritorno da giocare». Hamsik ha stretto i denti sabato pomeriggio. Si è messo al servizio della squadra. L’ha trascinata alla vittoria nella ripresa, come ha avuto modo di sottolineare sul proprio sito web: « Per vincere ci sono voluti i minuti finali, in quanto fino a quattro minuti dal novantesimo la gara era ancora a reti inviolate. Ho avuto questa possibilità di inserirmi ed ho messo al centro quella palla su cui Maggio ha sbloccato il risultato. Non ci siamo mai arresi, abbiamo lottato fino alla fine e sono molto felice di aver portato a casa i tre punti. Vogliamo dedicare questo successo a Paolo e a Gianluca» .
Parole da capitano navigato, eppure lo slovacco ha appena venticinque anni e cinque mesi. Un predestinato. Un campione in campo e fuori tanto da essere portato spesso ad esempio da Aurelio De Laurentiis. «Ragazzo garbato, educato, compito. Un professionista esemplare», ama ripetere il patron. Ed Hamsik non ha mai fallito una stagione da quando è a Napoli. Potrà aver accusato un momento di flessione ma è stato spesso determinante, in campionato come nelle competizioni europee.
OBIETTIVO – Oggi nel nuovo ruolo, lo slovacco si sente ancora più responsabilizzato. E fa sfoggio di realismo. Fino a qualche mese fa indicava il Napoli come l’anti-Juve per eccellenza, una favorita per lo scudetto. Oggi sa essere concreto ed obiettivo: «No, la Juve va troppo forte, ha dieci punti davanti a noi. Ma la zona Champions è lì, alla nostra portata. Dobbiamo puntare a quel piazzamento di prestigio». Anche perchè lui, capitano anche dalla nazionale slovacca, è sensibile al palcoscenico europeo. L’ebrezza che gli regala la Champions, non gliela dà il campionato. Ma è attraverso il campionato che si ritorna in Europa. «Avevamo solo bisogno di superare quel momento ma i valori tecnici e morali del gruppo non si discutono. Siamo molto affiatati tra di noi e c’è intesa con il mister».
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