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Hamsik, la bussola del Napoli

Con la fascia di capitano è più carico di responsabilità e dà un grosso contributo alla squadra

Se non ci fosse, bisognerebbe come minimo inventarlo. Ma come poi? Prendendo un po’ di Gerrard, un po’ di Lampard, o chi altri, e impastando? No, non è mica cosi semplice… L’unicità di Marek Hamsik è sempre più certa, inutile accostarlo all’uno o all’altro (però avete fatto caso che si tratta sempre di top players?): non se ne viene fuori, non si riesce a definirlo in tutte le sue parti, poiché qualcosa sempre sfugge. Qualcosa di importante. Quindi, complicato inventarlo, godiamocelo così com’è e come sarà (sperando che sia sempre d’azzurro dipinto), in tutto il suo fulgore e furore agonistico. Come quello messo in campo anche contro il Palermo, e in tante altre occasioni.

IL VEGGENTE – Sa sempre dove andrà l’azione, e sa naturalmente regolarsi di conseguenza. Ecco il segreto dei tanti gol e assist con la maglia del Napoli, per un centrocampista che definire solo tale risulta sempre più riduttivo, significa cioè togliergli qualcosa. Sottrarre parecchio ad un identikit sempre più dotato di optional ad effetti speciali. Marek vede e prevede, che è anche un po’ il succo di quello che hanno pensato di lui i vari che lo hanno allenato. Dai tempi del Brescia, ma soprattutto nei cinque anni e mezzo di Napoli, con i vari Reja, Donadoni e Mazzarri. Tutti hanno concordato e, d’altronde, sarebbe stato ben difficile il contrario. Non c’è manco bisogno che tiri fuori la palla di vetro quando balla tra le linee, poiché il dono della “veggenza” scatta in automatico e gli permette molto spesso di stare nei posti giusti quando i momenti lo richiedono. Di avere un occhio (invisibile) in più.

LUI, MAGGIO E IL PALERMO – Gol e assist: col Palermo una questione per due, per lui e Maggio. Napoli bell’addormentato per la metà del primo tempo, ma ci ha pensato lo slovacco a suonare la carica, a dare la scossa che ci voleva. E, se non ha fatto l’ottavo gol al Palermo (suo bersaglio preferito), ha aperto le danze con quel delizioso “devi solo spingere in porta” per Christian Maggio. In effetti un dejà vu. Poiché nell’andata di agosto al Barbera, c’era stato il gol dello slovacco su imbeccata di Maggio, ma poi il favore fu ricambiato da Marek, capace di pennellare uno splendido cross per il compagno e mandarlo in rete. E allora, come si fa a non credere ai corsi e ricorsi?
LUI, MAGGIO E LA FASCIA – Altro capitolo per i due. Quarantunesimo del secondo tempo, Marek lascia spazio a Roberto Insigne dopo una prestazione sontuosa (da vertigini e smarrimenti per i rosanero): applausi, ancora applausi a scena aperta, e poi una fascia che passa da un braccio all’altro. La stessa fascia che era attaccata al braccio di capitan Cannavaro, privatone, suo malgrado, da una sentenza che ha davvero fatto rabbrividire tutti. Una fascia perciò ancor più carica di significati, come ben sa il venticinquenne “nato vecchio”. Maggio gli si è avvicinato, lui l’ha guardato negli occhi, rendendo quasi solenne quel passaggio di consegne. Cosa che si era già vista con la Roma, ma stavolta Marekiaro s’è assicurato che la fascia fosse ben stretta sul bicipite dell’esterno, provvedendo di persona a sistemarla. In un giorno poi speciale, quello delle 200 presenze in campionato col Napoli, 243 in tutto.
VIOLA AVVISATA… – La Fiorentina nell’obiettivo adesso. E Marek non si è risparmiato nemmeno con i toscani, con una produzione di reti nettamente inferiore rispetto a quella palermitana, ma pur sempre significativa. Due i gol ai viola in nove incontri, con il primo risalente al settembre del 2008, e l’altro al match dell’andata dello scorso settembre, quello giocato nella famosa “risaia”. Quello, per intenderci, della rete contesa con Borja Valero, ma che l’azzurro ha sempre considerato sua, dichiarando di aver sfiorato la palla con la testa. Anzi, con la cresta. E, vista la serietà del giocatore in questione, non si può fare a meno di credergli. Ed accreditargliela. Viola perciò avvisata (e speriamo non per questo salvata) ma avvisato pure Marek, perché il colore Viola lo irrita quantomeno, visto che ha già rimediato ben quattro “gialli” contro la prossima avversaria.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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