NAPOLI – Tre voci, un concetto unico: «Stiamo diventando una grande squadra». Sì, proprio così. Sacrosanto, vero: sotto gli occhi di tutti e poi nella mente e sotto la pelle di Marek Hamsik, Valon Behrami, Gokhan Inler. I consapevoli. Quella che in coppa volano come in campionato.
QUASI GRANDI – Il Napoli ha ricominciato a parlare in lingua Champions nello stesso modo in cui ha parlato finora l’italiano: quarta vittoria consecutiva, però la prima con un avversario di livello assoluto, super, sbarcato al San Paolo dal pianeta dei vicecampioni d’Europa e spedito in orbita con la prima sconfitta della stagione nelle tasche delle tute spaziali. «Sì, finora erano imbattuti anche loro?». Dopo cinque giornate di Bundesliga e la finale di Supercoppa di Germania con il Bayern. «E questo non fa che renderci orgogliosi. Però?». Dica, Behrami: «Bisogna assolutamente evitare i cali di tensione. Come nel finale». Incontentabile. Guerriero inesauribile, giudice spietato. E costruttivo come pochi, con una serie di “quasi” che la dicono lunga. In serie: «Abbiamo giocato una partita quasi perfetta. E lo dico perché negli ultimi dieci minuti abbiamo corso qualche rischio di troppo per leggerezze da correggere subito». Ecco perché la sentenza di Valon è annunciata: «Siamo quasi una grande squadra. Diciamo che siamo sulla strada buona per diventare una grande squadra. Ora, però, pensiamo al Milan: dobbiamo provare a confermarci, e ovviamente sarà dura». E’ super, senza se, ma o quasi, il pubblico del San Paolo. Behrami, di una certa cosa, aveva soltanto sentito parlare: «L’urlo, ‘the Champions’, è stato meraviglioso: tutti lo aspettavano, mentre io, in questi giorni di vigilia, ho preferito stare un po’ sulle mie per avvertire meno la tensione. L’atmosfera, però, è stata fantastica».
LA CRESCITA – Non ha segnato, e a questo punto, dopo due partite a secco – anzi una e uno spezzone -, può sembrare strano. Eppure Marek Hamsik ha messo anche ieri il suo marchio in calce alla prima di Champions: «Cresciamo e miglioriamo anno dopo anno, e la vittoria con i vice campioni d’Europa lo dimostra». Ancora una volta. Senza sosta, la parabola degli azzurri. Sempre più alta e fiera come la sua cresta. Milleusi, a sentire lui: « Questa volta ho giocato più alto, rispetto alla consuetudine, perché lo schema prevedeva due punte: non ho mai agito in questo ruolo, ma con Higuain, che un grande, mi sono trovato benissimo. Lui fa sempre i movimenti giusti». Proprio come il Napoli, verrebbe da dire.
AGGRESSIVI – Sfila via dallo stadio e sorride anche Gokhan Inler. Di gusto: a lui è riuscita ancora l’impresa di battere il Borussia dopo l’avventura in Coppa Uefa con l’Udinese nel 2008. A Dortmund fece anche gol. E’ il passato, comunque: «Il lavoro che facciamo ogni giorno sta dando i suoi frutti: conoscevamo benissimo la forza dei nostri avversari, ma direi che abbiamo disputato una partita importante, all’altezza. Siamo stati molto aggressivi e concentrati». E la sofferenza finale? Il collega e connazionale, Behrami, ha fatto autocritica: «Abbiamo sofferto, è vero, ma abbiamo fatto molto pressing. L’unica cosa che conta, comunque, è essere riusciti a vincere: pensiamo al Milan e continuiamo a lavorare al top».
Fonte: Corriere dello Sport
La redazione
F.G.
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