La cresta altissima, per solcare la Champions e stropicciarsi in quelle notti magiche: si scrive Hamsik e si rilegge il calcio nella sua essenza più pura, la scherma più elegante, un gol che sa di maestria, il controllo, la finta, la potenza per volare lì, dove osano i campioni: «Per noi questo secondo posto ha quasi il sapore di uno scudetto. Abbiamo conquistato un traguardo importante ed abbiamo confermato la bontà di una filosofia» . La Napoli che si perde in una serata indimenticabile è in quegli occhi sgranati sull’Europa che conta, nella dimensione da favola inseguita con tenacia: e mentre intorno s’ode a squarciagola «Oje vita, oje vita mia» ciò che emerge da quel mucchio di uomini attraversati dall’euforia è la (scelta di) vita di Marek Hamsik, la sua volontà precisa di tirarsi fuori dal mercato, di starsene incollato a Castelvolturno. «Non saprei cosa dirvi su Cavani e Mazzarri ma so che qui c’è un progetto ed abbiamo ribadito attraverso i risultati quanto sia stato importante crederci. E’ difficile pensare ad un Napoli senza di loro ma il calcio è questo ».
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