NAPOLI – I tempi in cui Marek Hamsik si beccava senza fiatare la ringhiata faccia a faccia del veterano Gattuso a San Siro sono la preistoria: era il 2 novembre 2008 e Marek aveva 21 anni, l’esperienza di appena un campionato di serie A con il Napoli alle spalle e probabilmente anche la naturale soggezione di chi sa che, a casa di un campione del mondo con la fama del guerriero consumato, conviene tacere. All’epoca l’episodio fece rumore almeno quanto l’urlaccio di Gattuso, proprio così, ma oggi probabilmente una storia del genere si chiuderebbe con un finale diverso: perché Hamsik è una stella mondiale, un leader, un giocatore rispettato. Bene, dunque, appuntamento a San Siro: domani, luci accese e vip in fila, il Napoli arriva a Milano per difendere il primo posto in classifica e confermare la crescita esponenziale applaudita in piedi anche in Champions. Il Milan fa paura, sempre e comunque, ma la testa degli azzurri è sempre più alta. Come la cresta di Marek. Il trascinatore a cui nessuno può più ringhiare in faccia.
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