Bel tempo e cattivo tempo non durano tutto il tempo: e ora ch’è primavera, in quel guscio riscaldato, c’è un Hamsik pronto a scatenarsi ancora, lasciandosi alle spalle il (solito) letargo e lanciandosi a braccia spalancate verso i propri sogni. Si riparte, con l’eco del 3-2 sull’Atalanta che ancora s’ode, e con la voglia matta di (ri)sistemare i conti per tenersi (almeno) la Champions diretta, per ridare un senso e una prospettiva agli ultimi messaggi lasciati ai propri fans attraverso un sito ch’è un collante immediato: «Adesso, dopo la pausa, dobbiamo riprendere l’iniziativa, per accelerare nel rush finale» . Meno nove: e per fa tornare il conto alla rovescia, servirà il «vecchio» Hamsik, quella via di mezzo tra Gerrard e Lampard capace di risolverle da solo, di sistemarsi il Napoli sulle spalle e di illuminarlo attraverso il genio della lampada.
indiscutibile: Villaggio Coppola è a due passi da Castelvolturno, naso e bocca, e non è certo un dettaglio che Marek Hamsik abbia deciso di prendere casa – e di comprarla – proprio lì, a qualche curva dal proprio habitat naturale. Cinque anni già attraversati, il sesto in corso d’opera: dentro, ci sono, le qualificazioni in Europa League e in Champions, la vittoria in coppa Italia e le prime tre stagioni, quelle antecedenti all’arrivo di Cavani, da capocannoniere.
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