Scelta di vita: e in quella firma che può valere per l’eternità, cinque stagioni ancora che conducono dritto ai trent’anni, c’è il desiderio di ritagliarsi la propria patria calcistica, il richiamo per una terra che l’ha adottato, un atto d’amore che va al di là di ogni altra valutazione e privilegia le affinità con una città ormai vissuta dentro: « Io sono qua dal 2007 e ho firmato per altri cinque anni: questa è la mia seconda età ed è normale che mi senta un po’ napoletano ». La bandiere dunque esistono e ora sventolano in una notte intristita d’un pizzico di melanconia e però sentimentalmente «bruciante»: e mentre intorno le tracce del disorientamento collettivo si colgono, e la gente accoglie l’Europa League e tenta di dimenticare l’effetto magico della Champions, quel principe azzurro che s’è presa Napoli e s’è legata ad essa come un figlio, ha la ricetta miracolosa per spargere ottimismo e fiducia, per addolcire la serata e squarciare le tenebre con un sorriso: « Guardiamo avanti con fiducia. Vogliamo la Coppa Italia, adesso ».
IL DESIDERIO – E’ finita e non è soltanto il momento dei rimpianti, non è soltanto la serata in cui rivivere nove mesi interi e ripensare alla catastrofica ora e mezza di Bologna, non è forse il caso di rivedere il replay delle occasioni mancate – due punti in casa con il Catania e il pareggio dell’Olimpico a Roma nel finale – perché vale ciò che ha detto il campo: e allora, sarà Europa League, ma tra due mesi o forse tre, perché prima ci sarà un’altra notte tra le stelle, tra le quali Hamsik, ormai l’alfiere d’una squadra che ha fame, e tanta, e che sa di potersi appendere al petto una medaglia scintillante, da offrire poi alla Storia ricostruita con vista su Marekiaro: « Noi vogliamo portare la Coppa Italia a Napoli: sappiamo che sarà una partita difficile, che affronteremo la squadra più forte in Italia, come ha appena detto il campionato, ma noi ci proveremo, con tutte le nostre forze. E’ una gara secca, può succedere di tutto: siamo carichi e daremo il massimo per regalare a noi stessi ed ai nostri tifosi una soddisfazione ».
TORMENTO, ESTASI – Manco il tempo di lasciarsi alle spalle un’annata densa come poche, un tour de force di cinquanta partite che ha succhiato energie, che ha esaltato e poi ha un po’ inquietato, ed è già un altro giorno: domenica 20 maggio, stadio Olimpico di Roma, è lì la testa di Marek Hamsik, che sotto la cresta eventualmente da tagliare – la promessa fatta in caso di successo sulla Vecchia Signora – un po’ conserva nitide le ragioni di quel refolo d’amarezza collettiva (« abbiamo perso tanti punti decisivi, a cominciare dal pareggio con il Catania ») e un po’ s’ingegna per rimuovere le scorie sull’entusiasmo che comunque lo avvolge: « E’ stata una stagione lunga e però anche sicuramente positiva, perché ci siamo tolti belle soddisfazioni e abbiamo dimostrato di essere cresciuti. La vittoria contro il Siena è servita per chiudere bene il campionato, ci tenevamo a dimostrare che dentro di noi ci fosse fiducia. Peccato per i risultati dagli altri campi, ma abbiamo saputo solo dopo che l’arbitro aveva fischiato com’era andata altrove, che l’Udinese e la Lazio avevano vinto. E comunque non è ancora finita. Perché noi stiamo già concentrati sulla Juventus, sulla Coppa Italia: vogliamo portarla a Napoli ». Nel salotto con vista su Marekiaro: casa Hamsik, insomma.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.