Vedi Genoa e poi…Hamsik: cinque reti ed emozioni forti, l’adrenalina che scorre abbondante e trasforma una sfida normale in un evento particolare. Il «nemico carissimo» eccolo là, un’ombra minacciosa che s’allunga nella notte della stella: 255 presenze, a meno quattro da Diego Armando Maradona (e da Luciano Castellini), un soffio dai primi dieci della storia d’un club tagliata in due con la cresta e con quella espressione da «bravo figlio», divenuto il prediletto di De Laurentiis immediatamente e poi via via di qualsiasi allenatore.
GIVE ME FIVE – Si scrive Genoa e lui s’applica, a modo suo: perché in questa vita napoletana, l’Hamsik che non t’aspetti è un «killer» scientifico, che va sempre in doppia cifra (e adesso è a meno due dall’obiettivo), che per le sue prime tre stagioni (quando ancora non era arrivato Cavani) è stato capace persino di trasformarsi nel principe azzurro del gol, e che (inoltre) quando vede il rosso(blu), manco fosse un toro, s’infuria. La prima volta fu a Marassi: pomeriggio amarissimo, ma lui da dischetto sistema la pratica di competenza; nella ripresa il tracollo che comincia a far vacillare – seriamente – la panchina di Donadoni e che lo lancia tra le braccia di Mazzarri.
THE CHAMPIONS – E da quel momento è un crescendo, un ritmo frenetico, una sequenza «dolcemente» ossessiva: nel blitz della stagione successiva, quando ormai Mazzarri è «il boss», ci pensa Hamsik ad archiviare la giornata, 0-1 ed è un altro mattoncino per arrivare in Champions, afferrata – virtualmente – al San Paolo, al termine d’una serata di sofferenza, nella quale il panorama più entusiasmante dell’universo calcio viene spalancato ovviamente da Marekiaro, che stavolta fa l’1-0. Sarà ispirazione cromatica, sarà una congiunzione astrale, sarà quel che sarà: nel 6-1 di Fuorigrotta – due anni or sono – c’è il piedino di Hamsik, che all’andata, quando il Genoa sembrava ormai in fuga, ha dato una spolverata alla giornata e l’ha lasciato brillare come sa far lui: 3-2 per spaccare il match, prima che lo chiudesse Insigne.
ARIA DI CASA – Il rossoblù gli dona e un po’ gli piace e in questi sei anni attraversati statisticamente il Genoa ricorre spesso, quasi sempre, alla pari della Roma e inferiore soltanto al Palermo e alla Juventus, antagoniste che stimolano lo slovacco e gli tirano fuori il meglio che ha. E’ Napoli-Genoa, è la duecentocinquantacinquesima presenza, la conferma sottoscritta dal campo del ruolo di leader riconosciutogli da chiunque, la scelta di vita che l’ha indotto persino ad acquistare una villa a Villaggio Coppola, due passi da Castelvolturno, l’epicentro dei propri amori, la famiglia ed il calcio.
STAKANOV – Ma non è tutto: perché i numeri, che non mentono mai, dicono anche che Sua Maestà ama giocare sempre, che quest’anno ne ha fatte trenta su trenta, che ha un minutaggio da impallidire (2648 giocati), che complessivamente è già quarantatré gare stagionali, perché poi oltre al Napoli c’è la Nazionale (della quale è capitano) che chiama ed alla quale Hamsik risponde sempre con slancio. E stasera Napoli-Genoa: la sua partita.
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