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Hamsik, gel e gol: «Punto alla doppia cifra e al tricolore»

Marek dà un consiglio ai dirigenti: «Visto quanto è bravo Weiss?»

Toglietegli tutto ma non il gel. «Immaginate come sarei brutto senza gel e senza cresta». Toglietegli tutto ma non il gol. «Un altro oggi, bene così. Ormai non mi nascondo più: punto alla doppia cifra». Marekiaro Hamsik ieri ha piazzato il settimo sigillo in campionato, una rete per metà bella e per metà fortunata. Lo ammette: «Sì, il controllo di palla è stato perfetto. Ma il tiro no, non volevo calciare in quel modo. Se avessi preso il pallone in modo pulito, il portiere avrebbe parato. Invece è uscita fuori una conclusione sporca ma precisa. Sì fortunata».
Ha festeggiato mostrando una t-shirt con tanto di dedica a un tifoso. La maglia originale l’ha invece scambiata con Weiss, avversario nel Pescara, compagno di squadra in nazionale. «Bravo l’amico mio e crescerà ancora. È stato tra i migliori ma contro il Napoli c’era poco da fare».
Un Napoli che come al solito non è costante nel ritmo di gara. «Esatto, problema centrato. Non possiamo permetterci errori come quello commesso dopo il 2-0, cioè abbassare il ritmo. Abbiamo caratteristiche tecniche e di gioco ben precise, se ci fermiamo, roviniamo tutto. E’ accaduto altre volte, ci stavamo ricascando contro il Pescara: dopo l’intervallo è suonata la sveglia ed è andata bene così. Anzi, ci siamo svegliati».
Hamsik porta in braccio Christian, il primogenito. È così che si concede a taccuini e telecamere. Freddo e distaccato come sempre, si scioglie quando il discorso si fa personale. «Mi avvio a migliorare il record personale di gol, lo ammetto, sono felice per questo. Ma anche per gli assist, mandare in rete i miei compagni mi soddisfa ugualmente. Anzi, mi diverte». Napoli da scudetto? «Eh, diciamo così…». Abbassa la visiera del cappellino, insegue con lo sguardo il figlioletto che non è più in braccio. Si volta quasi, la timidezza lo fa venire allo scoperto solo parzialmente. «Sicuramente. Sì, ci crediamo. Ci dobbiamo credere».
La Juve è lì, a un tiro di schioppo. Due punti sono poca roba per chi vuol crederci. «Alla fine la spunterà chi avrà più fame. E noi dobbiamo averne di più. Bisognava replicare in questo modo alla Juve, per far capire agli avversari che noi ci siamo e non molliamo. Non vogliamo mollare. L’Inter? Prima c’è la gara di Europa League con il Psv. Gargano, mio cognato nerazzurro? Ha nostalgia di Napoli ma farà di tutto per battermi. Ci giochiamo tanto, tantissimo. Può essere la vera svolta del campionato».

Fonte: Il Mattino

La Redzione

P.S.

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