Il profumo di Londra è in quell’incrocio di pensieri sparsi che Wenger e Benitez diffondono nell’aria, in quella dimensione onirica ch’è vietato vietare: visto dall’Emirates, dal santone alsaziano, quel principe azzurrro «è il nemico più forte» e rivisto da Benitez, ormai riferimento quotidiano, la sfida a distanza con Gerrard rischia di pendere (addirittura) verso lo slovacco: «Steven è più finalizzatore, Marek più votato ad assecondare la squadra ed a lavorare in sua funzione» .Il profumo di Londra è inebriante: si scrive Arsenal-Napoli, si aspetta Hamsik.
Hamsik, quanto vale?
«Sarebbe semplice dire tre punti, ma la Champions è lunga, siamo appena all’inizio, ci sono altre 4 gare e chi vince può essere acchiappato mentre chi perde può rifarsi».
Alla luce della prima giornata, c’è la tentazione di pensare che questa sfida rappresenti, nel suo piccolo, una prova di forza.
«Per me no di certo. E’ una gara insidiosa, contro un’avversaria che è prima in Premier, che ha giocatori di chiara fama, che sta attraversando un gran periodo di forma. Certo, se qualcuno dovesse ritrovarsi con sei punti dopo appena due match, avrebbe di che essere soddisfatto».
La Champions, ora che è fuori dalla lotta per arrivare al Mondiale, è la sua vetrina.
«Ma iò do il giusto rilievo a ogni gara, che sia di Champions, che sia di campionato, che sia di Coppa Italia. Ma a me piace giocare e far bella figura. Possibilmente anche vincere, ovviamente. Non conosco differenze, io».
L’Arsenal è diventato il peggior avversario da poter affrontare.
«Perché ha talento in ogni zona del campo. E ora ha anche l’entusiasmo che deriva da un momento felice. E giocano un gran calcio. Hanno trovato in Ramsey un goleador: insomma, le preoccupazioni non mancano. Ma noi siamo venuti qua per provarci».
Parlano tutti di lei, Wenger e qualsiasi altro tecnico affrontiate…
«E sono considerazioni che, chiaramente, fanno piacere. Arrivano da un tecnico di levatura mondiale. Però io voglio ricordare che il Napoli non è un solo giocatore, è una squadra nella quale c’è gente di spessore. E ragioniamo da gruppo, che ha sempre la precedenza sugli interessi personali».
La seconda volta in Champions: con Benitez, avvertite maggiori garanzie?
«Come dite voi, ci allena un vincente. E ci trasmette le sue sicurezze, le sue certezze, le sue conoscenze. E prova a farci ragionare attraverso il proprio calcio: noi lo seguiamo».
Cos’altro è cambiato rispetto all’ultima trasferta a Londra, quella in casa del Chelsea?
«Ci sono nuovi elementi e un altro modo di giocare, ma soprattutto anche chi c’era quella sera ha acquisito ulteriore esperienza. E’ un discorso che vale anche per me, ovviamente. Abbiamo accumulato centinaia di partite, vinto o perso e dunque capito come si possono gestire o affrontare certi momenti».
Ve la passate benino…
«Partenza incoraggiante in campionato ed anche in Champions, non ci resta che continuare su questa strada. Non è semplice e lo sappiamo: ma noi vogliamo insistere».
Cosa serve per qualificarsi?
«Penso che dieci punti dovrebbero bastare e quindi conviene conquistarli quanto prima. Vincere qui darebbe ulteriore slancio, anche se, conviene ripeterlo, non assicurerebbe il passaggio del turno: però, chiaro, faremmo un salto avanti incredibile….».
E poi vivere da capitano un evento del genere…
«Porto con orgoglio e con fierezza questa fascia. So cosa rappresenta e le responsabilità che consegna a chi la indossa. Io ho l’ambizione di far bene per questi tifosi e per questa città».
Tolga un giocatore a Wenger, uno solo…
«Ne ha così tanti bravi che è difficile. Però penso che Ramsey, visto il periodo che sta vivendo, sarebbe meglio se non giocasse».
Fonte: Corriere dello Sport.
La Redazione.
D.G.
