Il Corriere del Mezzogiorno di oggi racconta la curiosa storia della cresta di Hamsik. Ecco quanto evidenziato da IamNaples.it:
Marek Hamsik sin da adolescente iniziava a pettinare i suoi capelli corvini un po’ a spazzola. Corti, ma al centro della testa, qualche ciuffetto alzato. Nulla di paragonabile al taglio moicano che poi ha fatto a Napoli, grazie all’intuizione di Rino Riccio, barbiere ventinovenne di Pozzuoli, diventato suo coiffeur di fiducia. «Mia madre aveva l’abitudine di accarezzarmi sempre i capelli – racconta Hamsik -. Ero bambino e istintivamentemi capitava di fare lo stesso gesto. Non avevo idea, allora, della cresta. Li portavo più corti, ma tendevo ad alzarli al centro del capo. La vera cresta l’ho sperimentata a Napoli, per caso. Rino mi fu presentato da un compagno, andai nel suo salone, mi guardò e decise che dovevo rasare i capelli ai lati e alzarli di più al centro. Quella cresta (oggi alta sei centimetri) cominciò subito a portarmi fortuna. Facevo gol di testa e ogni vigilia di partita andavo da Rino per farmela aggiustare. Quasi un tocco magico. Accarezzarmela dopo un gol mi viene naturale ». Nel calcio moderno può un taglio di capelli fare la differenza? Questione di centimetri? Marek Hamsik ha ammesso di aver segnato contro la Fiorentina grazie all’aiuto della sua cresta. Anche il faranone (el Shaarawy)alza la sua cresta con molto orgoglio. Quando dal Genoa passò al Milan molti suoi compagni lo guardavano stranito. «Mi chiesero di rasarla appena misi piede a Milanello aveva detto qualche tempo fa El Shaarawy – anche nello spogliatoio volevano che la togliessi. La cresta è un mio modo di essere e non la sacrificherei neanche per lo scudetto. Dissi ai miei compagni: se Hamsik e Neymar si pettinano così, non vedo perchè non possa farlo anche io». Convinse tutti. Per la cronaca, Hamsik ha sacrificato la sua cresta per due volte: i mondiali del 2009 e la vittoria della coppa Italia l’anno scorso.
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
La Redazione
L.D.M.
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