Più che di corsa, corricchiano. Però stanno aumentando il passo, accelerano progressivamente, cominciano a vedere il campo. E lo prenotano, lo vogliono. Marek Hamsik e Juan Camilo Zuniga. Fremono. Scalpitano. Già si scaldano. Li vedi aggirare per gli stanzoni di Castelvolturno. Facce scure da chi sta fuori, eppure con la luce negli occhi di chi scorge i compagni allenarsi al di là della porta, oltre i teloni, ed è là che vogliono stare. Esserci. Storie parallele, diverse, e però sostanzialmente uguali. Perché raccontano le ansie chi sta fermo aspettando di tornare, smanioso di aiutare la squadra, e finirla di soffrire solitario sul divano di Oggi verranno fatte ulteriori valutazioni ma non c’è alcuna necessità di forzare per vederli giocarecasa davanti alla tv.
DUE PERCORSI – Tempi differenti, in tutto. Dai giorni di stop a quelli che mancano per il rientro. Per entrambi è però vicino, e i giorni che passano sono una spinta per guarire e (ri)trovare la condizione. Hamsik scalcia l’attesa e i dolori al piede. Il sinistro, maledetto. La sofferenza ossea sta scomparendo, l’infiammazione pure. C’è però da aggiornarsi ogni attimo, monitorare, verificare come la parte dolente risponde alle sollecitazioni. Il punto è evidentemente delicato. E un plantare speciale lo protegge. E’ però lì che un calciatore fa pressione, e spinge, forza e molto più lentamente guarisce. Lo stress è totale, nervoso ma pure fisico. E allora pian piano verso il ritorno. L’Udinese è un obiettivo che resta lì fissato senza certezze. La prudenza è d’obbligo, il buon senso parente stretto della scienza.
Oggi un’ulteriore valutazione, una riflessione sulle condizioni, i tempi e ovviamente il calendario. La convocazione per sabato al San Paolo resta un’ipotesi, sennò c’è subito la Champions, e quella con l’Arsenal è decisiva. Niente rischi insomma. Non avrebbe senso: Hamsik è fondamentale. Avanti piano. Coi tempi e i protocolli giusti. Quella stabiliti e previsti. L’Udinese è vicinissima eppure lontano per essere sicuri o togliersi già la speranza. Questa mattina appuntamento a Castelvolturno. Un giorno in più per capire e sbilanciarsi. Forse. Nessuna preoccupazione, comunque. La botta è praticamente smaltita. E anche il fastidio è pressocché andato. I giorni delle infiltrazioni, le fitte e l’uscita dal campo dopo sette minuti sono storia vecchia. Hamsik sta per riprendersi il Napoli. Presto, non prestissimo, lo farà anche Zuniga. L’infortunio era diverso. Più complicato. E inevitabilmente anche i tempi più lunghi. L’operazione riuscita, la riabilitazione fin qui perfetta. Il colombiano è clinicamente ok, il prof Mariani a Villa Stuart l’ha confermato. Il ginocchio è stabile, sempre più sciolto, eppure, adesso, da rafforzare col lavoro, con una preparazione sempre più intensa, graduale. Dalla palestra al campo allora. Come da tabella recupero, come da tempi stabiliti. Corsa dritta per ora, aspettando scatti, sterzate e accelerazioni. Il piano previsto è ottimista. Zuniga tra i convocati già prima del Natale. Una speranza, un progetto, altrimenti il rinvio a poco, l’inizio del nuovo anno da aspettare e accogliere tra un brindisi e una faticaccia per tornare. E giocare. Il tempo dirà. E il ginocchio, ovvio. E poi la tenuta atletica, la sicurezza psicofisica e la capacità (possibilità) di interpretare la fascia e farla su e giù. A tutta. La corsa scudetto si fa con giocatori al top, con Hamsik e Zuniga al cento per cento. Ci stanno arrivando.
Fonte: Corriere dello Sport
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