Due cose da dire, anzi tre. Con parole e numeri a cotè: se è vero che la Juve è la sua vittima prediletta, con 5 gol segnati sin dal 2008, è altrettanto vero che Marek Hamsik subisce il fascino di rigore della Signora in bianco e nero. Perché? Beh, l’errore dal dischetto di martedì dopo la ripetizione, il sesto da quando è a Napoli, è stato Martedì contro la Juve ha fallito un calcio di rigore, il sesto da quando gioca nel Napoli: «Sono triste e volevo vincere»il secondo contro i bianconeri. E sempre al San Paolo. Poco male. Musica: non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. No di certo, anzi. Però, lui, Marek, è “dispiaciuto” . Nonostante la buonissima prestazione condita anche dal gol. Rigoroso come pochi, Hamsik.
NOVEMBRE TABU’ – Scherzi a parte, perché il calcio è cosa seria a metà, c’è da comprenderne lo stato d’animo. Slovacco glaciale, serio all’infinito e dunque deluso dall’errore: il sesto, dicevamo, dal 2008, cioè da quando è uno dei rigoristi (l’altro è Cavani), dopo quelli con Catania (11 gennaio 2009), Siena (27 settembre 2009), ancora Juve (25 marzo 2010), Udinese (28 novembre 2010) e Inter (1° ottobre). Gli ultimi giorni del mese di novembre non gli portano fortuna: martedì ha quasi festeggiato un anniversario, se vogliamo, dopo l’errore di Udine.
IL BILANCIO – Di contro, quelli realizzati: 6, complessivamente. Andando a ritroso: contro Cesena e Bologna in trasferta nella stagione precedente; Chievo e Roma al San Paolo nel campionato Strano tabù per un campione, che ai tempi del Brescia ne segnò addirittura 56 di fila in un allenamento2009-2010; Atalanta in trasferta e Lecce in casa in quello 2008-2009. Conti alla mano, il bilancio è in perfetta parità e la media dice 50%: 6 errori e 6 gol.
«Sono dispiaciuto per aver sbagliato il secondo rigore della stagione» , ha detto ieri attraverso il suo sito ufficiale. «E sono molto triste anche perché con la Juve avremmo dovuto vincere: una bella partita con un brutto finale per noi, in vantaggio di due gol per ben due volte».
IL RECORD – Come contraddirlo? Prima di chiudere la parentesi dei rigori, che comunque non devono diventare un dramma, soprattutto perché lui sta tornando su grandi livelli, vale la pena raccontare una storia: un giorno del ritiro estivo del 2005, quand’era a Brescia, Marek realizzò in allenamento 56 rigori di fila a Viviano e Agliardi, che si alternavano in porta. Ed è proprio in quell’occasione che si scoprì rigorista.
MISTERO SVELATO – A proposito: svelato anche il mistero dell’esultanza di martedì – mortificata – sul primo rigore realizzato che poi Tagliavento ha fatto ripetere. Qualcuno si chiedeva cosa avesse fatto, quando è sceso giù per le scale che portano negli spogliatoi: nulla. Sceso e risalito. Curiosa esultanza, trovata divertente.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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