Le parole le porta via il vento o forse le spazza via quel quarto d’ora terrificante d’un Arsenal che s’abbatte sul Napoli e lo demolisce, lo travolge, lo stordisce e gli lascia solo l’espressione stanca e un po’ disorientata d’un Hamsik che quasi non ci crede: «Devastanti». Quel che resta d’una notte da favola è lo scenario sublime dell’Emirates, o il calcio effervescente «L’Arsenal è partito sparato, noi invece non c’eravamo Io dico che questa è stata la differenza»di Wenger, o pure quei quindici minuti in cui il
caos s’è impossessato del Napoli e ne ha prodotto una crisi d’identità senza precedenti (nell’epoca Benitez): Arsenal 2 e il resto è il nulla, un non pervenuto ch’è nelle cifre, in quella radiografia impietosa d’una gara priva d’emozioni (offensive) e dunque di occasioni. « Abbiamo cominciato male, molto male ». Ed è finita peggio, con le domande che s’intrufolano spontanee nella penombra d’una Londra che lancia il fumo negli occhi e non consente di leggere seriamente in quel Napoli, così brutto da non sembrare vero.
LE TENEBRE – L’inizio della fine è in quei novecento secondi, praticamente il dettaglio dell’esistenza e persino di Arsenal-Napoli, ciò che basta a Ozil e Giroud per passeggiare sui resti d’una squadra che non è mai se stessa, non riesce ad esserlo e che fatica persino spiegarsi i motivi quando ormai è andata, c’è l’archivio e l’amarezza e c’è un Hamsik che racconta ciò che avverte con la faccia stravolta. « Non si può regalare nulla, a livello internazionale: in Europa, e a certi livelli, non perdonano. E noi in quell’avvio non c’eravamo, mentre l’Arsenal è partito sparato. Penso che la differenza sia tutta lì, «L’assenza di Higuain si è sentita, Pandev però in quel ruolo può giocarci. Il problema è stato l’impatto»nelle
concessioni offerte agli inglesi, che però sono stati bravissimi ».
NIENTE ALIBI – Si fa in fretta a consegnare quella sfida alla storia della Champions, a mandare l’Arsenal in Paradiso con il suo football da applausi e con quei sei punti che sanno d’opzione sulla qualificazione; e si va di corsa a liquidarla con l’assenza del Pipita e con il peso specifico rimosso dall’assenza di Higuain, dalla sua capacità di far reparto da solo; dalla famelica abitudine a divorare ogni pallone. Ma ne fossero arrivati…E allora, l’Arsenal-Napoli di Marek Hamsik è in un’analisi serenamente critica, che non concede spazio agli alibi. « Perché è vero che l’assenza di Higuain si è sentita, ma è anche vero che Pandev in quel ruolo ci ha già giocato e può giocarci tranquillamente. Il problema, stavolta, va ricercato a monte, nell’impatto con la partita così diverso tra noi e loro ».
LEZIONE – Il passato ormai è una nuvoletta che avvolge l’Emirates e la sontuosa interpretazione dell’Arsenal rappresenta parziale giustificazione per quel Napoli sul quale Hamsik prova ad allungare il proprio talento smarrito per ricominciar daccapo ma utilizzando appieno la lezione per correggerne i propri errori. « Detto che l’Arsenal è stato superiore, che in quell’avvio devastante e con i due gol s’è preso la partita, bisogna ripartire in fretta e non dimenticare: semmai bisogna imparare da partite perse come queste ». Let’s go…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
G.D.S.
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