Nel 2004 Marek Hamsik fu pagato dal Brescia 60 mila euro, tre anni dopo fu rivenduto al Napoli per 5 milioni e mezzo. Già allora valeva almeno 6 volte di più. Pochi mesi dopo squadre come CheLsea, Inter e Juventus erano disposte a pagarlo 30 milioni. Il Brescia, fu chiaro da subito, lo cedette a De Laurentiis per esigenze di bilancio: «Ma noi ci auguriamo che in un futuro non lontano il Brescia possa tenersi i suoi pezzi più importanti», disse Gianluca Nani pochi minuti dopo aver concluso la trattativa con l’allora direttore sportivo partenopeo Pierpaolo Marino. Hamsik firmò con il Napoli un contratto di cinque anni, uno in più della proposta iniziale. E di recente ha sottoscritto un prolungamento fino al 2015, «perchè credo nel progetto Napoli, che è sotto gli occhi di tutti. Guardate cosa è riuscito a fare dalla rifondazione: la serie A conquistata, i progressi, dal sesto posto all’Europa League. E non possiamo che migliorare». A SCOPRIRE Hamsik fu Maurizio Micheli, per il Brescia prima responsabile dello scouting insieme a Leonardo Mantovani e, dopo la partenza di Nani per il West Ham, direttore sportivo. Un colpo da maestro, tant’è che il Napoli Micheli in aprile lo ha ingaggiato per scovare talenti: «Sì, ricordo bene come ho scoperto Hamsik», racconta Micheli, che tanto per cambiare sta in giro: è in Francia a seguire un torneo giovanile per nazionali. E 7 anni fa decise di prendere l’ennesimo aereo e andare a Bistrita: «C’era un quadrangolare under 17 tra Slovacchia, Lettonia, Grecia e Far Oer. Ci andai perchè la Slovacchia stava per diventare un paese comunitario. Ero da solo, non c’erano altri osservatori italiani. La prima partita era Slovacchia-Lettonia». A un certo punto l’occhio clinico di Micheli vide «un giocatorino bravissimo nel dialogo a centrocampo e soprattutto nell’attaccare la profondità, nella capacità di inserimento. È la qualità che lo rende unico». Hamsik allora aveva 16 anni e Micheli tornò in Italia aspettando il momento buono per chiudere l’affare. L’occasione arrivò nel 2004, quando la Lega Calcio fece una legge che consentiva alle squadre italiane di tesserare due giocatori neo-comunitari. La mattina dopo Micheli era già sul primo aereo per la Slovacchia. Nessun problema con l’agente del giocatore, Yuri Venglos, amico di vecchia data: la firma sul contratto e sul volo di ritorno, con l’allora talent scout del Brescia c’era Hamsik con i suoi familiari, papà e mamma, non la sorella che poco tempo fa ha sposato l’uruguayano Gargano, compagno di squadra di Marek al Napoli. La visita alla foresteria di Montirone, ai dirigenti e alle persone che lavorano in via Bazoli, la conoscenza con Roberto Baggio: «Rimasi folgorato,
questo influenzò la mia scelta», ricorda Hamsik. Ma non furono subito rose e fiori: «Sì, i primi tempi furono durissimi – dice il centrocampista del Napoli, classe 1987 -. Non sapevo una parola di italiano, a scuola non mi ambientavo. Ma più progredivo con la conoscenza della lingua e meglio venivo capito e accettato. Mi è spiaciuto venire via, Brescia è una parte fondamentale della mia crescita, della mia vita. Anni meravigliosi, dove ho lasciato un bel pezzo di cuore». HAMSIK domani tornerà a Brescia da ex. È la prima volta. Il congedo il 10 gugno 2007, il giorno dopo il 70° compleanno di Gino Corioni. Che di lui disse: «Hamsik non ha una qualità in cui eccelle in particolare, ma nessuno centrocampista come lui ha i tempi di inserimento negli spazi senza il pallone». E il diretto interessato annuisce: «Una giusta osservazione, quella di Corioni. Sono tutt’altro che un calciatore straordinario, mi mancano ancora tante cose per diventarlo. Di sicuro non penso proprio di essere Cristiano Ronaldo o Messi». Il suo ruolino in biancazzurro parla di 12 reti in 74 partite tra campionato e coppa Italia, con il record di 10 gol nel 2006-2007, l’ultima esperienza prima di approdare al Napoli. Adesso c’è la partita di domenica, Hamsik rivedrà un sacco di vecchi amici, stringerà mille mani, riceverà diecimila attestati. Poi in campo ognun per sè: «Il Brescia è una buona squadra, viene da un periodo negativo ma ha i mezzi per fare una bella stagione. Il Napoli? Punterei zero euro sul primo posto, una bella cifra sulla zona Champions, meno sul piazzamento in Europa League».
LA REDAZIONE
fonte:bresciaoggi
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