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Hamsik: “Champions, ci siamo”

Lo slovacco: "Non perdere a Milano era importante per dare un segnale importante ai nostri avversari"

Marek dieci e lode. Bollino di garanzia, bollino strameritato, l’equivalente delle “tre stelle” , se volessimo vederla da un punto di vista culinario. Le famose stelle Michelin (visto che ultimamente propone anche ricette con tanto di mise da cuoco). Campione di assist, sono già dieci in questa stagione e ne potrebbero arrivare altri. Tre in più della coppia Totti-Vucinic che pure ce l’hanno nel sangue. Ma è lui il vero cannibale del passaggio “last” , quello che spesso ti fa esultare come se fosse gol. Quello che per diventare un vero e proprio “vizio” (assist-mania) deve essere esercitato con maniacale applicazione, sino a che non sorge spontaneo. Un valore impareggiabile, una manna che di certo non piove dal cielo ma è parte integrante di un DNA da top player che ora, e sempre più, sta esplodendo in tutta la sua interezza. E genialità, però sempre più disgiunta dalla sregolatezza. Perché uno così, da dieci assist e otto gol (più uno sfiorato con la cresta) in campionato, è uno ben regolato e registrato, è davvero merce rara, anzi rarissima. Non solo in Italia, ma nel mondo intero. 

LA POSIZIONE – Interno, esterno, rifinitore, incursore. Bah, fate voi… Di tutto di più, in ogni dove, dal centrocampo in su. Guardi con la coda dell’occhio e ti sta dietro poi, però, dopo una frazione di secondo ti è davanti, proiettato verso la porta. E allora son dolori, perché o carica e tira (spesso con esiti devastanti) oppure mette qualche compagno in condizione di farlo, e pure molto bene. La verità? Per uno del suo genere non c’è posizione, ma solo strani cerchi o simboli sull’erba che solo lui sa interpretare. E che per gli altri risultano quasi sempre incomprensibili. 

MISSIONE COMPIUTA «Mantenere inalterato il nostro vantaggio sulla terza. Era la nostra missione e ci siamo riusciti. Un punto importante» . Ecco la sintesi di quei pensieri post-Milan sgorgati in libertà. Da quella cresta che ormai vanta infiniti tentativi d’imitazione. Non si fa attendere il commento al big-match di domenica sera, affidato al suo sito ufficiale: «Mancano ancora sei partite e siamo ancora secondi. La lotta per la Champions sarà dura sino al termine» . Non si dilunga ma rende bene l’idea. Che è quella, ormai ventilata da tempo, di non mollare mai, a tutti i costi. Sfumato il tricolore, resta la Champions dalla porta principale, resta una portata di enorme appeal (anche economico), la sensazione impareggiabile di lisciarsi la cresta poco prima che attacchi quel motivetto che piace tanto a tutti. E che fa: “The Champioooooons” . Magari arrivarci quanto prima, magari facendolo a dispetto di un Diavolo che per ora è stato messo in condizione di non nuocere più di tanto. Quattro punti di vantaggio sono un patrimonio non facile da dilapidare nell’arco di sei partite, se tutti la penseranno allo stesso modo dello slovacco, che addirittura dopo la vittoria di Torino incitava i compagni a non mollare nemmeno in ottica campionato. Discorso che però s’è ulteriormente complicato dopo il blitz della Juve in casa della Lazio. 
POCO MALE – Il gol non arriva? No problem. Lui sopperisce con l’altro pezzo forte (anzi fortissimo) della casa: l’assist. Ma di sicuro non gli sarà sfuggito che le giornate di digiuno sono salite a nove. Poco male, c’è ancora parecchio tempo per rifarsi ed andare in doppia cifra in campionato, provando però a non andare troppo in là con l’astinenza. Sì, provarci sino in fondo, come ha più volte ribadito disquisendo sui possibili traguardi, con la consapevolezza di non tralasciare assolutamente nemmeno quelli personali. 
SUPERARSI – Possibile ancora superare anche il se stesso del 2009/10, quando nel fece ben 12. Triplete in azzurro, nel senso che è stato capocannoniere per tre anni di seguito prima dell’avvento del Matador. Palermo, Juve, Genoa, Roma e Cagliari: cos’è? La sua personale classifica di gol rifilati alle avversarie. Al Cagliari (quinto) ne ha appioppati quattro in tutto, uno di questi facente parte della goleada (6-3) d’inizio marzo dell’anno scorso. Ci riproverà? Ma certo. O lui o chi per lui, di qui si potrebbe anche non scappare. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.

 

 

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