L’editoriale di Mimmo Carratelli:
“Il Napoli c’è. Vince a Lecce (2-0), partita temutissima per l’aggressività della squadra salentina in lotta per la salvezza, e raccoglie gli “inviti” delle formazioni concorrenti al terzo posto che, nella giornata favorevole agli azzurri, si piantano e danno strada ai ragazzi di Mazzarri. Ora il Napoli è a un punto dalla Lazio lasciandosi dietro l’Udinese e l’Inter (due punti sotto), la Roma (quattro punti dietro). Sabato, all’Olimpico, proprio contro la Roma la resa dei conti per la piazza che vale i preliminari della prossima Champions (confronto diretto fra Udinese e Lazio). Senza Lavezzi, ancora infortunato, il Napoli trova paradossalmente l’assetto migliore già sperimentato contro il Novara e confermato a Lecce (3-5-1-1). Cavani unica punta con l’”assistenza” di Hamsik. Centrocampo in cui Inler fa il centrale, come gradisce, fiancheggiato da Gargano e Dzemaili. Sulle corsie Maggio e Zuniga, col colombiano in grande forma. Non solo Inler si giova del nuovo assetto, ma anche Hamsik che può giocare più avanzato e puntare al gol col suo spunto negli ultimi venti metri. Dzemaili fa un gran lavoro anche in copertura e Gargano è tornato il “motorino” che corre e pressa. Nel pomeriggio felice allo Stadio di via del Mare, Cavani va a segno per la centesima volta in Italia fissando il raddoppio. Hamsik, in precedenza, con una girata spettacolare dalla lunetta aveva assicurato il vantaggio. Il Napoli è entrato in campo con una determinazione assoluta colpendo nei primi minuti dei due tempi. Una formazione, caricata da una grande fiducia nel nuovo modulo, che ha assalito il Lecce col piglio della grande squadra, lasciandogli uno sterile possesso palla nella ripresa. De Sanctis, in tutta la partita, si è impegnato in una sola parata proteggendo il vantaggio di Hamsik. Nella ripresa, il Lecce tutto proteso all’attacco (con gli inserimenti di Corvia per un deludente Muriel e di Boijnov per il centrocampista Giacomazzi) non ha fatto un solo tiro nello specchio della porta. La condizione atletica del Napoli è tornata brillante. Il nuovo schieramento, con Inler davanti alla difesa e i “soccorsi” di Gargano e Dzemaili, hanno ridato sicurezza al reparto difensivo anche se, per lungo tempo, il Lecce è rimasto pressato nella sua metà campo e i difensori azzurri potevano giocare la palla in libertà avviando l’azione offensiva. La superiorità del Napoli è stata schiacciante nel primo tempo. Poi la squadra, dopo avere raddoppiato a inizio di ripresa, si è limitata a un eccellente possesso-palla facendo girare a vuoto il Lecce. In più, i 28 palloni recuperati nel primo tempo hanno aggiunto un’altra novità positiva: il pressing non più affidato al solo Gargano. Inler ha lottato con la giusta cattiveria agonistica, Dzemaili rubava palla per ispirare l’attacco. Il Lecce di Cosmi, reduce da sei risultati positivi, puntava a una vittoria che l’avrebbe lanciato verso la salvezza. Ha vinto invece il Napoli, secondo successo consecutivo, infiammando questo finale di campionato. Squadre speculari col 3-5-2, ma la maggiore tecnica del Napoli a centrocampo ha fatto la differenza sui lottatori leccesi (Blasi, come al solito, falloso). La squadra azzurra è stata subito aggressiva e veloce. Dalla trequarti, Inler pennellava una lunga punizione che Hamsik, dalla lunetta, scaraventava in rete con una girata da applausi (5’). Conquistato subito il vantaggio, il Napoli ha preso maggiore sicurezza e ha costretto il Lecce nella sua metà campo. Rimanevano abbandonati in avanti Di Michele e Muriel sui quali, a turno, i tre della difesa napoletana non sbagliavano nulla. Colpito a freddo, il Lecce si è confuso. Più che ritrarsi per colpire in contropiede, era costretto a giocare tutto dietro per la pressione del Napoli protagonista di un gran primo tempo. Maggio costringeva sulla difensiva Brivio (e Cosmi cambiava subito il suo esterno di difesa con Di Matteo più pronto ad aggredire e portarsi in avanti) e Zuniga vinceva alla grande il duello col connazionale Cuadrado. Spento Muriel e senza valido sostegno Di Michele, il Lecce perdeva l’apporto dei suoi giocatori migliori. Il Napoli, invece, era padrone delle fasce e, a centrocampo, arrivando prima sulla palla imponeva la tecnica migliore dei suoi uomini in zona. Gli azzurri non portavano a termine alcuni contropiede e il Lecce si “svegliava” dopo una ventina di minuti, ma non riusciva a “vedere” la porta di De Sanctis tranne che in una sola occasione quando Di Michele, sfuggito a Campagnaro, serviva Muriel tutto solo in area (difesa azzurra in linea, sorpresa), ma De Sanctis smorzava la conclusione del piccolo colombiano (36’). Partenza fulminea degli azzurri anche nella ripresa. Cannavaro strappava un pallone a Muriel e, col Lecce tutto sbilanciato in avanti, infilava nel corridoio centrale un invitante pallone per Cavani. Il Matador sorprendeva con una corsa fulminea Esposito e filava in gol come ai bei tempi (51’). Il Lecce si affannava in un improbabile recupero, tradito anche dall’ansia. Non un solo tiro in porta dei leccesi col Napoli in tranquilla protezione del risultato. Campagnaro doveva lasciare il campo per noie muscolari (63’ entrava Fernandez). Il Lecce rinforzava l’attacco con Corvia (57’ per Muriel) e Boijnov (71’ per Giacomazzi). Il Napoli abbassava Maggio per una difesa a quattro con Fernandez, più sicuro centralmente al fianco di Cannavaro. Gargano, Inler, Dzemaili interrompevano l’offensiva leccese con interventi impeccabili. Con l’uscita di Hamsik (70’ entrava Vargas) e poi Cavani (85’ Dossena), il Napoli giocava con una sola punta (Vargas) producendo il massimo sforzo a centrocampo dove spegneva le iniziative del Lecce. Aveva ancora qualche opportunità per segnare con Vargas (87’), Dossena (88’), Inler (93’) e Dzemaili (94’). Restava il 2-0 che lancia gli azzurri all’assalto definitivo del terzo posto”.
Fonte: Il Napolista
La Redazione
P.S.
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