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Hamsik-Callejon, la coppia migliore della serie A

Sei gol ciascuno in campionato: la metà di quelli realizzati dal Napoli. Meglio dei bianconeri Tevez e Vidal

NAPOLI – Bel duetto, no? Uno-due al fattore “CH” e anche il Catania è stato impacchettato (ma come altre volte non senza un po’ di suspense ). “C” come Callejon, “H” come Hamsik, naturalmente. Perché la vera giostra è lì davanti, perché se la matematica quasi sempre non può essere sbugiardata, va da sé che la coppia del momento sabato notte ha fatto due, ma ben dodici dall’inizio del campionato. E, allora, la domanda non può che sgorgare spontanea: ma chi ce l’ha una coppia così? Perché quei due, vicini di “banco”, posti cioè sullastessa latitudine da Benitez, stanno a fare faville oltre che sfracelli nelle difese avverse.

SIAMO LA COPPIA… –  Sono la coppia più bella della “A”, e non può pioverci, poiché nemmeno Tevez con Vidal (coppia mista però: attaccante e centrocampista) arrivano a tanto. E se poi a queste due forze della natura, che riescono a trasformare le difese avversarie in puntaspilli, si va ad aggiungere il resto del reparto, ebbene si arriva ad uno stratosferico venti. Callejon, Hamsik, Higuain e Pandev (peccato, manca ancora Lorenzinho), ben 20 su 24 centri per un intero reparto specializzato nel procurare vertigini e mancamenti (sempre alle parti avverse). Britos, Dzemaili, Inler e Mertens a completare il quadro delle reti messe a segno in queste prime undici giornate. La metà delle quali, cioè la fantastica dozzina, ad opera appunto di Calletì e Marekiaro.

JOSE’ L’IMPLACABILE – Per dirla tutta: José Maria Callejon Bueno. Davvero un bel “trenino” a metterlo giù per iscritto, ma lui non s’è giammai vestito di supponenza. Pur provenendo da un club chiamato Real, pur destreggiandosi (al meglio) fra CR7 ed Ozil, e saltando in braccio a Mourinho in caso di gol (ben 20 nelle due stagioni in blanco). Arrivò a Dimaro affermando candidamente:  «Sono qui per vincere tutto, scudetto e Champions» e poi, sempre con disarmante semplicità : «Venti gol? Benitez dice che posso farli…» Se ne sarà talmente convinto che è già sulla strada buona, anzi buonissima. Perché poi alla sestina del campionato, va pure ad aggiungersi la pennellata al Marsiglia, imminente avversario di mercoledì. Ma intanto, che repertorio! Destri al bacio, da fermo, a volo, con l’infallibile mirino sempre puntato nello specchio. Un cecchino implacabile. Ed ora pure di sinistro, che non è proprio il suo piede, ma con una naturalezza e padronanza del gesto da restare a bocca aperta. Se ne sono spalancate 48mila al San Paolo l’altro ieri, restando a lungo aperte, per poi liberare suoni incomprensibili, trasudanti pura meraviglia. Parabola perfetta, Andujar annichilito, immobile, San Paolo esterrefatto. Tutti in piedi a seguirlo idealmente nella corsa col pallone infilato sotto la casacca e il pollice in bocca, esultanza scaturente dalla gioia di diventare padre. Manca solo un po’, e ci penserà la compagna Marta Ponsati Romero, che subito dopo il match ha prontamente twittato: «Piano piano amore mio…» tanta le era apparsa le foga del suo goleador.

E’ TORNATO MAREK – Se mai se ne fosse andato. Forse solo un po’ estraniato, per ricaricarsi, per ritrovarsi nel posto giusto (e anche momento giusto) con tutto il suo preziosissimo bagaglio. Qualche partita un po’ così dopo la Roma, qualche “fuorigiri” che gli è costato un po’ di stress (leggi qualificazioni mondiali), ma che poi, in verità, non gli ha mai fatto perdere la bussola. Perché uno come lui, uno che ha vestito per 275 volte la maglia azzurra (sesto ora in classifica assoluta), che ha bucato le porte avversarie per 75 volte (76 secondo i calcoli di Hamsik che considera sua la rete contro la Fiorentina nello scorso campionato), che non si è mai sottratto agli straordinari, l’orientamento non lo ha mai perso. S’è solo concesso, nel settennato partenopeo, qualche scampolo di meritata pausa, premendo sul tasto “reset” delle tossine, e poi sul necessario “riavvia”. Una manovra lecita, anzi necessaria, per reggere una stagione intera, per giocare su tre fronti, mettendoci dedizione ma anche eccelsa qualità. Come quella tracimante dal gol del kappaò al Catania: sinistro di grande bellezza, Andujar per mosche. José e Marek, i gemelli ora sono loro.
Fonte: Corriere dello Sport

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