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Hamsik bloccato dalla febbre: “Peccato volevo esserci”

Lo slovacco ci sarà per il posticipo contro l'Udinese

Dura è dura: e quel virus che è comparso nella notte tra martedì e mercoledì, finisce per divetare meno insopportabile. Dura è dura: perché «dentro» quell’uomo resta l’amarezza, e forse anche il terrore, e l’insostenibile pesantezza di un essere violato: e comunque l’influenza che ha steso Hamsik ha almeno il pregio di far staccare la spina, di togliere un po’ di ansia addosso, di starsene – debilitato – a casa, a guardare il Napoli in tv e a provare a dimenticare. Domenica è passata, però restano gli effetti e poi bisognerà far luce attraverso le indagini su quanto è accaduto, su come è accaduto e su perché sia accaduto ancora e di nuovo a lui: un Rolex, la macchina, di nuovo il Rolex e il terrore di un’aggressione, un pugno, una dinamica e la violenza. Si gioca e senza Marek Hamsik, che se ne è andato a dormire l’altro giorno costipato e s’è svegliato con la febbre che suggerisce di rinunciare alla mischia di una partita a meno due, con tutto ciò che poi crea lo spostamento, i cambiamenti di clima, il caldo di un albergo, l’alta quota e poi l’Udinese: il Napoli ci prova, ma senza azzardi, «togliendo» a Marek Hamsik la fascia di capitano ch’era sua e puntando dritto verso il «Friuli», la nuova destinazione d’un centrocampista che da Castelvolturno, ma attraverso il proprio sito, ha voluto esprimere il proprio rimpianto per quel «derby» con il Viktoria Plzen perduto: «Peccato, perché sarebbe stato bello. In uno stadio a me familiare, in un ambiente europeo, in un match difficile ma da vivere. A me sarebbe piaciuto. Ma m’è venuta la febbre alta ed ho dovuto farne a meno».
Ci sarà tempo per giocare, ci sarà tempo per affogare la tristezza d’una domenica bestiale: ci sarà un altro Hamsik, lunedì sera, in Udinese-Napoli. Il viatico che conduce alla Vecchia Signora.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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