Debilitato dalla febbre che l’aveva colpito il venerdì; ingabbiato dal centrocampo neroazzurro; frenato nei suoi abituali inserimenti dallo sviluppo della gara. Hamsik al «Meazza» non ha giocato come avrebbe voluto e come aveva promesso alla vigilia. Ha faticato non poco a trovare la posizione in campo. Prima da trequartista e poi a centrocampo. E non ha inciso sulla partita come in tanti speravano. La rabbia in lui è fin troppo palpabile. Ancora una volta è venuto meno in un appuntamento importante. Ed Hamsik non si dà pace. Si sfoga sul suo sito web, il modo più veloce e diretto per comunicare con i suoi fan. Dice: «Sì, venerdì avevo accusato un pò di febbre ma per fortuna sono riuscito a guarire in fretta ed ho potuto giocare nel posticipo. Ha vinto l’Inter. Determinante è stata la sua concretezza. Noi, invece, abbiamo dominato nel gioco, creando molte occasioni ma siamo riusciti a far gol una volta sola e non è bastato per acciuffare il pari» . Non si dà pace. Una sconfitta che brucia, un kappaò che comunque non frena le ambizioni ma ritenuto immeritato. «Peccato non essere riusciti a portare a casa nemmeno un punto da questa sfida, l’avremmo meritato» , aggiunge lo slovacco, il giorno dopo la sconfitta contro un diretta concorrente all’etichetta di anti-Juve. Per Hamsik il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto vista la mole di gioco prodotta dal Napoli soprattutto nella ripresa ed il due a uno finale lascia tanto amaro in bocca. «Il freddo? No, non ha mi condizionato. In campo mi sentivo bene» , sottolinea, evitando ogni forma di alibi.
Eppure lo slovacco riconosce di essere calato nel finale. E chiarisce così il motivo della sostituzione operata da Mazzarri a sette minuti dal termine: «Ho accusato crampi e per quello sono dovuto uscire» . Raramente gli era capitato di avvertire noie muscolari nel corso di una gara. Con il Psv Eindhoven era stato tenuto a riposo proprio per evitargli straordinari. Evidentemente lo stato influenzale gli avrà impedito di allenarsi nei due giorni che hanno preceduto l’incontro ed avrà inciso non poco sulla tenuta di Hamsik al «Meazza» . Ci teneva tanto a mettersi in luce sotto gli occhi di Moratti, suo profondo estimatore. Lo slovacco era temuto dagli avversari più di Cavani. Ma all’appuntamento s’era dovuto presentare dopo un recupero in extremis e non ha potuto recitare da protagonista. Dopo cinque gare consecutive in cui si era distinto per puntualità sotto rete e per generosità negli assist, Marek ha dovuto alzare bandiera bianca. Ed ora già medita un riscatto immediato con il Bologna e pensa addirittura alla rivincita con i neroazzurri ed il cognato che ci sarà a maggio.
LA RIVINCITA – Era la prima volta che Hamsik e Gargano, marito della sorella Miska, s’incrociavano da avversari. Una sfida molto sentita in famiglia. Racconta lo slovacco: «Era una partita speciale proprio per la presenza in campo di Walter. E’ stato strano rivedersi in questa occasione. Tutti sanno del rapporto che ci lega da anni. Sia io che lui abbiamo dato il massimo per le nostre squadra» . Si sentono spesso al telefono ma i due non si incrociavano da mesi. «Siamo in contatto costante ma non rivedevo Walter da quattro mesi. Ovviamente nei corridoi dello stadio abbiamo scambiato due chiacchiere prima della partita e poi ognuno per la propria strada» . Hamsik aveva stuzzicato il cognato nei giorni che avevano preceduto l’incontro. Gli aveva pronosticato una serata dura ed un Napoli arrembante. Poi, al triplice fischio di Rizzoli ha dovuto prendere atto dell’amara realtà. Ed ha cercato il cognato per salutarlo e dargli appuntamento al ritorno: «Per ora è in vantaggio lui. E’ la prima gara giocata da avversari e Walter ha avuto la meglio. Ma si tratta solo della partita d’andata. A maggio ci sarà il ritorno e voglio a tutti i costi la rivincita» . Hamsik l’ha giurato a Gargano mentre questi era al doping. La vendetta è un piatto che va servito a freddo e fino a maggio c’è tempo per prepararla. Intanto lo slovacco guarda lontano e conclude: «Il campionato è ancora lungo, faremo i conti alla fine. Intanto il Napoli visto a Milano non avrebbe meritato di perdere ma nel calcio si sa, ha la meglio chi riesce a concretizzare di più» .
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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