BOLOGNA – Onestà intellettuale: perché le parole non le porti via il vento della banalità, della diplomazia di facciata, dell’ipocrisia allo stato puro. «Lo scudetto è lontanissimo, dodici punti dalla Juventus sono tanti. Noi ora dobbiamo puntare alla Roma, al secondo posto…» . La verità, tutta la verità e null’altro che la verità (attuale) è in quell’espressione malinconica ma nel giudizio serenamente tagliente che Marek Hamsik spiffera all’universo partenopeo: e mentre Bologna-Napoli resta una ferita da rimarginare, l’unica scorciatoia per non sentirsi beffardamente finto è la sincerità nella quale andare a rifugiarsi. «La distanza è notevole, noi concentriamoci sulla Champions diretta» .
MAREKSCURO – Ops, qualcosa è cambiato: perché quando il gioco s’è fatto duro, è diventato durissimo starsene lì a giocherellare con le opinioni, a capovolgere la realtà e magari ad ignorarla, infilando la testa nel sacchetto dell’ovvietà più assoluta. «Dovevamo evitare le punizioni e i calci d’angolo, circostanze in cui ci avrebbero potuto far gol, come è successo. Non credo sia un calo di tensione, perché un calciatore deve rimanere attento fino alla fine. Ma avevamo un uomo in più e sapevamo che sulle palle inattive gli avremmo concesso l’occasione per segnare: ma non siamo riusciti ad evitarlo ed ora rimpiangiamo una vittoria che avevamo in pugno» .
AVANTI, TUTTI – Ma il futuro è adesso, è un febbraio che s’avvicina denso, intenso, vivo, vibrante: c’è la coppa Italia, c’è l’Europa League, c’è la Roma da avvicinare e c’è il «vecchio» Hamsik da ritrovare. «Mi trovo in una situazione per me insolita: non mi è mai capitato di star fuori tanto tempo, praticamente due mesi. Non ero abituato. E quindi mi manca il minutaggio per trovare la miglior condizione. Ritroverò la gamba un po’ alla volta, ma ora dobbiamo ritrovare l’entusiasmo: perché è dura lasciare due punti così, nel finale. Fa male, ecco» .
DOUBLE FACE – Quarantacinque minuti a cercare il Napoli, senza riuscire a trovarlo; e poi una ripresa consolante, a tratti persino straripante: ma è 2-2 e i conti non tornano, perché tra attacco e difesa c’è una voragine (statisticamente) che s’è riaperta. E intanto le settimane passano. «E’ vero che segniamo tantissimo ed è anche indiscutibile che subiamo parecchio. Ma non è un problema che riguarda i difensori, semmai l’intera squadra: forse ci manca veramente un pizzico di equilibrio» .
BENVENUTO – Ma l’emergenza sta finendo: Hamsik è tornato, Zuniga rientrerà tra un po’ (?) e poi da stamani ci sarà anche Jorginho, un uomo in più da concedere a Benitez e dunque un altro ricambio, una alternativa anche nel gioco. «Io non credo si cambi modulo, perché stiamo giocando in questo modo dall’inizio e i risultati sono venuti. Ora c’è l’amarezza per il pareggio, ma Jorginho arriva proprio perché ad un certo punto eravamo rimasti in pochi: non sappiamo ancora quando tornerà Behrami, per sappiamo che c’è un altro giocatore sul quale contare» .
VOGLIA DI GOL – Ma ormai che senso ha star lì a rigirare i pollici, a pensare di aver sciupato una «rimontona»? Si riparte e Hamsik va alla ricerca di se stesso, del miglior Marekiaro che s’è visto nella fase iniziale, ma anche nel passato: e per tentare di rimuovere quell’equivoco tattico che deve incidere un pochino nella testa dello slovacco, c’è una ed una sola soluzione. Evitare di rifugiarsi nei luoghi comuni, nel bla-bla-bla vuoto ed improduttivo: «Certo, in questa posizione mi trovo un po’ con le spalle alla porta; mentre in precedenza avevo campo, avevo la possibilità di penetrare. Ne parleremo» . Onestà intelletuale: ma che bel dono!
Fonte: Corriere dello Sport
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