Et voilà. Una coppa in più e una cresta in meno. Nella fantastica notte romana il punk della porta accanto torna quello d’una volta. Anzi, neppure quello. Perché quando arrivò a Napoli da Brescia, Marek Hamsik aveva il look d’un professorino senza creste per la testa. Modi gentili, occhialino d’una volta e capello d’ordinanza. Normale. Regolare. Troppo regolare, forse. E fu così che il giovanotto s’inventò quella chioma da guerriero dei tempi moderni. «Però – aveva promesso – se vinco la coppa taglio tutto». Detto fatto. Appena il tempo di tornare nello spogliatoio dell’Olimpico e Cannavaro, capitano-barbiere degli azzurri, armato di rasoio è passato subito all’incasso. Aronica a tenerlo da una parte, Maggio (vice barbiere) dall’altra e in pochi secondi giù la cresta. «Così sono brutto da morire, ma è un piccolo sacrificio che ho fatto volentieri. Un pegno in cambio della felicità mia e dei tifosi». E poi, si sa, tempo un paio di mesi e Hamsik tornerà il moicano che era prima.
PRIMO TROFEO – Intanto, si gode questo primo trofeo della sua carriera. «E’ fantastico. Spero che la Coppa sia il primo d’una lunga serie» dice il giovanotto che aspira a diventare volto e simbolo del Napoli. «Sì, mi piacerebbe diventare il Del Piero del Napoli», confida durante il tumultuoso viaggio nei sentimenti azzurri del dopopartita, cosa che probabilmente gli fa dimenticare che pure il Napoli ha una bella collezione di propri campioni e di propri amori ai quali ispirarsi. «Ho altri cinque anni di contratto e il progetto continua», dice, con la soddisfazione, ancora fresca, di aver messo al sicuro il successo contro quella Juve che quest’anno non le aveva mai prese da nessuno.
ORA LO SCUDETTO – Guarda avanti, dunque, Hamsik. Guarda avanti, abbraccia anche il piano-due di De Laurentiis e trova subito il conforto di Jurai Vengols, il suo procuratore. «Perché sIa chiaro – afferma il manager – quello che vuole Marek è lo scudetto». Bene. Benissimo. Vola alto, Hamsik, mediano col vizio del gol e per questo, forse, più vicino a Lampard e a Gerrard che non a Pandev, l’ex biondone della Juve che di gol pure ne faceva. Più vicino agli inglesi, sì, e tra i due, probabilmente più tecnicamente simile al simbolo del Chelsea che non a quello del Liverpool. Di Lampard, infatti, il campione azzurro ha l’eleganza del gioco e i tempi d’inserimento per far gol. Non a caso il Chelsea l’ha tenuto d’occhio a lungo e l’avrebbe ingaggiato volentieri. Hamsik, invece, non s’è lasciato attrarre dal fascino e dalle ricchezze della Premier. Una stretta di mano con il presidente un po’ di mesi fa, quindi la firma, felice, in fondo al nuovo contratto con il Napoli per continuare una carriera che ha già numeri importanti.
AGGANCIATO ALTAFINI – Giusto un paio: con 180 presenze in campionato lo slovacco ha già agganciato José Altafini al ventiduesimo posto della classifica di sempre, mentre con cinquanta gol è solo a due “passi” da Jeppson e a cinque da Beppe Savoldi, i quali, però, sono stati bomber di mestiere. Sempre più insieme, dunque, il Napoli e Hamsik. Anzi, di più. Perché in tempi di campioni che prendono o potrebbero prendere altre strade, il Napoli punta proprio su lui per ripartire con nuovi disegni e nuove ambizioni. Con la speranza, magari, di trovare presto nel suo campione anche quel leader che da troppo tempo gli manca nei momenti importanti in mezzo al campo. Ebbene Hamsik, manco a dirlo, ha i numeri per diventare presto quel giocatore. Per essere, insomma, il Lampard azzurro. Con tutto il rispetto per Del Piero, si capisce.
Fonte: Il Corrierte dello Sport
La Redazione
P.S.