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Guarin-Behrami chilometri e gol

Tutto lasciava penare che dovessero essere loro a decidere la sfida tra Inter e Napoli. Insomma, era un duello già scritto quello tra Milito e Cavani. Alla fine, invece, quei due se la sono cavata con un gol ciascuno. E così alla fine lo scontro che si rivela decisivo è stato quello tra Guarin e Behrami. Il colombiano è stato il classico uomo delle missioni speciali di Stramaccioni. Doveva scombussolare il piano difensivo di Mazzarri con i suoi assalti all’arma bianca e le sue sgroppate palla al piede. Esattamente ciò che aveva già fatto a Torino, contro la Juventus, ma entrando nella ripresa. Stavolta, invece, era in campo dall’inizio e dopo 8′ ha fatto saltare il banco. Nasce tutto da uno schema su calcio d’angolo, con il piede dolce di Cassano che imbecca Guarin lanciato dalla parte opposta dell’area di rigore: tutto solo, colpisce di piatto e buca De Sanctis.

DOPPIA FIRMA – Per tutto il primo tempo, l’Inter è soprattutto il colombiano. Ma il suo strapotere fisico trova comunque un degno avversario. E’ Behrami, che comincia a ringhiargli sulle caviglie, a saltargli alle spalle, togliendogli così fiato. Quei due non si risparmiano nulla. Non tirano mai via il piede e finiscono pure per ringhiarsi muso contro muso. Quello dello svizzero è un lavoro di grande sacrificio, che però non ha adeguata assistenza dai compagni. Così il nerazzurro aggiunge un’altra perla alla gara. E’ suo, infatti, l’assist per un Milito che, sul tramonto della prima frazione, è chirurgico nel suo movimento: controlla il pallone, tenendo dietro le spalle Gamberini, impedendogli di intervenire. La successiva conclusione di destro, poi, non è violenta, ma abbastanza velenosa da non permettere a De Sanctis di intervenire in maniera decisiva. La rete spezza un digiuno che durava da 4 partite e da oltre un mese, ovvero proprio dalla magica serata dello Juventus Stadium, quando proprio una doppietta dell’argentino aveva spezzato l’imbattibilità bianconera.

RIPRESA D’ASSALTO – Fino a quel momento, invece, là davanti il Napoli era stato soprattutto Cavani. Svariando a destra e sinistra, proponendosi e imbeccando i compagni, il Matador aveva già cominciato a creare scompiglio nelle difesa avversaria. Pur tremando in diversi frangenti, però, l’Inter riusciva comunque a reggere. Anche se, su un’incornata da 2 passi del bomber azzurro (marcatura saltata di Juan Jesus ma uruguaiano in fuori gioco), rischiava di capitolare. L’assalto azzurro riparte nella ripresa. Pandev si aggiunge a Cavani e Insigne per mettere ulteriore pressione e allargare le maglie della difesa nerazzurra. Il risultato è immediato perché proprio il macedone (in posizione dubbia) crea scompiglio in mezzo all’area. Handanovic ci mette 2 volte un pezza, poi il pallone schizza sulla traversa e, prima che Cambiasso riesca a spazzare definitivamente, il Matador ci si avventa implacabile. Se possibile, la sfida diventa ancora più intensa. La squadra partenopea si sbilancia e l’Inter, approfittando di qualche spazio in più, prova a mordere. Ma Cavani ci prova fino alla fine. Insigne lo lancia sulla sinistra e, sul suo traversone, per poco Pereira infila la sua porta, calciandosi sulla mano. Il pallone che fa tremare San Siro arriva quasi allo scadere. Ancora il Matador ha lo spazio giusto calciare in diagonale dentro l’area, ma davanti c’è il muro di Ranocchia e il pallone finisce sul fondo.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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