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Grinta Juve Stabia “Merito di Braglia un vero martello”

Il brasiliano Mezavilla esalta lo spirito di gruppo: "Siamo tutt’uno col tecnico"

Grinta e determinazione. Carattere e caparbietà. Sono questi i marchi di fabbrica della Juve Stabia, quarta forza del campionato di serie B. La vittoria sul Lanciano ha lasciato una scia incredibile di entusiasmo alle falde del Faito. Sotto di un gol a fine primo tempo, con un uomo in meno dopo il pari, i gialloblu hanno compiuto l’ennesima impresa della gestione Piero Braglia. Non sono nuovi a rimonte del genere, infatti, gli stabiesi. Negli ultimi tre anni hanno affinato il palato dei tifosi che, al Menti, difficilmente si sono annoiati. Due le rimonte per eccellenza, prima di quella col Lanciano. Era il 24 settembre 2011 quando Erpen, in versione «loco», freddava il Pescara di Zeman con un cucchiaio dal dischetto al 90’, coronando la «remuntada» dopo i gol di Togni, Danilevicius, Scozzarella e Immobile. Nella mente dei tifosi anche il 2-2 contro la Nocerina, lo scorso 3 marzo, quando Sau e Caserta, a soli venti minuti dal termine del derby riuscirono a recuperare il momentaneo 0-2 di Negro. E ne sa qualcosa persino la Sampdoria di Ciro Ferrara, costretta a concedere il pass per la super sfida del «Franchi» del 28 novembre prossimo, contro la Fiorentina. Ad agosto, in vantaggio con Maxi Lopez, i liguri furono costretti ai supplementari, sconfitti poi ai rigori, dalla rete di Danilevicius al 92’.
«Beh, è innegabile che la forza di questo gruppo è il carattere – conferma Adriano Mezavilla, autentico trascinatore nel centrocampo di Braglia -. Quanto accaduto sabato scorso è un segnale forte di quanto sia unito questo spogliatoio, di quanto abbia fatto suo il credo del tecnico. Braglia è un martello, oggi come tre anni fa, un vero motivatore che sa come tirare fuori da tutti il 101%». Un grande gruppo, uno spogliatoio che è tutt’uno con il suo allenatore, un idillio che per il brasiliano va avanti da tre anni, e che dovrebbe proseguire anche il prossimo, con il contratto in scadenza solo nel 2014. «Quello che ho trovato a Castellammare è un ambiente unico. Ti fa tremare le gambe indossando la maglia della Juve Stabia, figuriamoci chi viene da avversario. Ne so qualcosa, prima della scelta di accasarmi a Castellammare ero stato spesso al Menti con altre squadre. Oggi sono contentissimo dei risultati che stiamo conseguendo. Una bandiera? Non saprei, di sicuro spero di proseguire su questa strada, qui ci si possono togliere belle soddisfazioni. A patto, come dice sempre l’allenatore, di restare con i piedi ben saldi a terra». Eppure sabato sera, per la prima volta quest’anno, Braglia ha ripreso un motivo che ne caratterizzava spesso le conferenze nell’anno della promozione: «Siamo lassù, ci stiamo bene, devono sudare per buttarci fuori». «Personalmente – continua Mezavilla -, credo che lui voglia farci capire che questa posizione di classifica può aiutarci ad arrivare il prima possibile all’obiettivo della salvezza. Lo conosco, so che prima di arrivare ai 50 punti non ci saranno altri intenti. La salvezza passa per i playoff? Mah, vedremo».
Mezavilla e Caserta, gli uomini della svolta. Prima di Grosseto fu proprio Braglia a chiedere loro di prendere per mano la squadra. «È vero – conferma il brasiliano -, si è rivolto a quelli più esperti, chiedendoci di aiutarlo nel tentare di risalire la china. I compagni ci hanno seguito, e ora va tutto a gonfie vele. Ma attenti, la serie B è ancora lunga. Guai a cullarci sugli allori. Restiamo umili, di strada da fare ce n’è ancora tanta».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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