Angelo Gregucci è intervenuto ai microfoni di “Si Gonfia la Rete” in onda sulle frequenze di Radio Crc. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: “Sul periodo del Napoli? C’è amaro in bocca per i risultati, ma per il percorso di crescita del Napoli c’è da dire che il Napoli se l’è giocata con la Juventus e il Real, c’è più consapevolezza di aver fatto cose importanti. Il gap con le grandi si sta riducendo, c’è ancora da migliorare ma nei prossimi anni il Napoli può contestare in modo serio lo scudetto alla Juventus. Approccio contro il Napoli dei biancocelesti? In questo momento la Lazio ha vento in poppa. Un’annata con molte incognite si sta trasformando in una grande annata, vincendo domenica può andare a -1 dal Napoli. La Lazio è camaleontica in campo, sarà una partita bella e mi auguro sia uno spot per il calcio italiano. Dibattito tra bel gioco e necessità di risultati? Se si vuole andare a competere con le big che hanno un fatturato maggiore, la proposta di calcio deve essere necessariamente evoluta. Sto con Sarri, costruire una filosofia è importante: si può cambiare, ma devi avere un’identità precisa soprattutto con la palla. Il calcio di rimessa difficilmente porta a grandi risultati. Linea difensiva del Napoli? Sarri punta sulla linea organizzata, che è oggetto di studio da parte degli addetti ai lavori. Gli interpreti sono buoni ma bisogna vedere per quali obiettivi. Per competere ad alti livelli vanno bene, ma se si vuole andare oltre c’è bisogno di qualche miglioria. La Juventus è l’unica squadra italiana che fa bene in Europa. All’estero ho capito che più spendi e più guadagni in termini di incassi: in Italia ci sono margini ovunque in qualsiasi aspetto. Lo United può comprare un top player solo dagli incassi derivanti dalla vendita delle maglie. Napoli già rappresenta un’eccellenza, bisogna migliorare nelle strutture, nel marketing. Senza una sterzata in questa direzione, saremo sempre in ritardo. Da due-tre anni però ci sono giovani italiani bravi che stanno emergendo, se vogliamo competere però con le grandi d’Europa bisogna cercare di riformare l’intero movimento.”
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