C’erano una volta i gemelli del gol: per tre campionati di seguito (dal 1974-75 al 1976-77) il trono di capocannoniere se lo divisero Pulici e Graziani. E Ciccio Graziani culminò la sua carriera con il titolo mondiale del 1982 andando, naturalmente, a segno anche nella fase finale del Mondiale.
Da esperto di gol e tiri in porta, che giudizio dà di questa statistica? Il Napoli non riesce a portare molti giocatori al tiro.
«Purtroppo questo dato dimostra quanto la formazione sia dipendente da Cavani e dalle sue prestazioni. Pandev quest’anno ha segnato pochissimo, da Insigne ci si poteva aspettare di più anche se ha l’attenuante della prima stagione in serie A. Se non ci fosse Hamsik, che anche quest’anno dovrebbe arrivare in doppia cifra, allora ci sarebbe davvero da preoccuparsi».
Le altre squadre di vertice, invece, hanno molti tiratori. Il segno di maggiore varietà in schemi e soluzioni?
«Le statistiche hanno sempre una valenza e rispecchiano i moduli di gioco. Il Napoli ha scelto di giocare con il trequartista, ruolo che Hamsik interpreta molto bene. Pandev e Insigne che si alternano nel ruolo di seconda punta sono, però, troppo lontani dall’area. Poi ci sono due mediani, Inler che si propone un po’ di più e Behrami che, rispetto a Firenze, è decisamente più bloccato. Nella Fiorentina era addirittura utilizzato anche da supporto all’attacco».
Il Napoli punta molto ad appoggiare il gioco sugli esterni.
«Ma Zuniga e Maggio vanno poco al tiro. Mancano, rispetto agli scorsi anni, proprio i tiri di Maggio che pure ha segnato 4 gol. L’assetto tattico che il Napoli assume porta gli esterni a proporsi più al cross che al tiro. Nella Juve, invece, i centrocampisti partecipano molto di più incisivamente alla fase offensiva e basta vedere i numeri di Marchisio, Pirlo, Vidal, Lichsteiner e Asamoah per averne conferma».
«Nel Napoli alle spalle di Cavani e Hamsik pare esserci il vuoto in termini di tiri e, quindi, di gol. “Un dato che deve far riflettere. Anche perché, è ovvio, se non si tira non si segna. Pandev ha avuto un periodo difficile e non segnava da ottobre, Insigne poi gioca troppo lontano dalla porta. Quando l’ho visto all’opera era sempre largo sulla sinistra, faceva l’ala e solo raramente si accentrava per tentare il tiro. Dovrebbe essere più nel cuore dell’azione». E poi c’è Calaiò.«Che non gioca mai. Dovrebbe essere il vice Cavani ma il Matador non molla nemmeno con la febbre a 40. Forse sul mercato si poteva pensare ad un giocatore in grado anche di giocare accanto all’uruguaiano e non solo in alternativa».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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