Nel corso della nostra lunga chiacchierata esclusiva con Gianluca Grava abbiamo raccolto un atto d’accusa senza precedenti all’ambiente in cui agisce il Napoli ma anche le proposte per migliorare la situazione.
Dopo poco più di un anno alla guida del vivaio, ci fai un bilancio sul tuo operato?
“Mi sono concentrato soprattutto sulla necessità di riallacciare o in alcuni casi allacciare i rapporti con tutte le scuole calcio, abbiamo organizzato per questo motivo delle amichevoli, ne facciamo circa cinque a settimana, penso siano il modo più giusto per sondare e “vivere” il territorio. Abbiamo ricevuto un feedback importante, al di là della categoria e dell’età ho riscontrato l’emozione dei ragazzi delle altre squadre nell’affrontare il Napoli. Ho avuto l’onore di indossare questa maglia, che ha un peso specifico molto significativo anche da ragazzini. Sono orgoglioso del fatto che il nostro settore giovanile dia spazio quasi esclusivamente a ragazzi campani mentre in Italia i vivai sono pieni di calciatori stranieri. Ciò che mi rammarica è che nel territorio, anche se si professano quasi tutti tifosi del Napoli, spesso non è così. Molti fanno la guerra a questa società, mi dispiace per le opportunità che si negano ai ragazzi. M’arrabbio molto quando so che ragazzini del ‘2002, del ‘2003 sono “bloccati” da club del Nord, anche se questa prassi è vietata dalla legge. C’indigniamo tutti per i cori razzisti ascoltati negli stadi di tutta Italia ma poi le scuole calcio aiutano i club del Nord nel prendere i migliori ragazzi della nostra terra. Nessuna maglia può darti le stesse emozioni di quell’azzurra, salire le scale del San Paolo soprattutto per un napoletano è indescrivibile, me l’hanno confermato anche miei ex compagni di squadra, solo a parlarne provo i brividi, negli ultimi anni, quando ho rinnovato di anno in anno, potevo andare a guadagnare di più altrove ma sono rimasto a Napoli per amore della maglia azzurra.”
Dopo la denuncia di un ambiente tossico ai danni del Napoli, quali possono essere le mosse giuste per migliorare la situazione. Noi abbiamo fatto qualche proposta: le affiliazioni alle scuole calcio, riformare le “squadre cuscinetto” nelle categorie Berretti ed Allievi Lega Pro?
“Da quando mi sono esposto in prima persona, ho perso molti amici ma non m’interessa perché mi sono fatto da solo e devo ringraziare solo la mia famiglia, il Napoli e tutti quelli che mi stanno aiutando, come il direttore sportivo Riccardo Bigon con cui c’è un confronto continuo. Sto andando avanti in questo modo perché non è giusto togliere delle opportunità ai ragazzi usando delle dicerie messe in giro ad arte da persone che non sanno niente del Napoli. Saranno formate altre squadre, è un nostro obiettivo, anche il meccanismo delle affiliazioni può essere una buona idea, sarebbe la formalizzazione di una consuetudine di rapporti che dovrebbero essere già fortemente voluti dalle scuole calcio, ma poi bisognerebbe capire come applicarlo perché non è facile mettere in moto una situazione del genere. In generale dobbiamo migliorare la qualità del nostro lavoro per riuscire a mettere nuovamente il Napoli al centro dei desideri di tutti”
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