Il cappellino, nonostante sia a bordo di una nave, è sempre lo stesso: modello rapper, modello R’n’B. La musica della sua vita. Sinfonia vera, invece, sono le parole dedicategli da Paolo Cannavaro: «Lo ringrazio. Mi emoziona». Gianluca Grava è così, molto discreto ma anche fiero. Il suo sogno? Basta guardare il mare, inutile girarci intorno: chiudere la carriera con la maglia del Napoli. Per ricominciare, magari da dirigente: insomma, per lui il calcio è soltanto azzurro. Come il mare. Appunto.
L’EMOZIONE – E allora, eccolo Grava il soldato. Il giocatore che ha abbracciato il club nel 2005, a gennaio, nell’allora serie C e all’alba della prima stagione dell’era De Laurentiis, e che ora non vuole proprio credere alla fine della storia soltanto perché il contratto è scaduto: «E’ un’idea che rifiuto, per carità: non voglio pensarci neanche». E allora? Bisogna mantenere la calma: De Laurentiis ha sempre manifestato la sua stima e il suo affetto, nei confronti di questo difensore tutto cuore e anima, e anche in passato ha fatto (un contratto nuovo dopo l’infortunio tremendo del 2011) e detto (“Resterà anche da dirigente”).
LE ATTESE – Non resta che godersi il relax e il profumo del mare: «Sì, però mi aspetto notizie in questi giorni. Me lo auguro. Sì, mi auguro che arrivi presto una bella notizia». Un chiodo fisso. Come spasmodica è l’attesa del popolo azzurro intero – tifosi e compagni di squadra compresi – dinanzi alla vicenda di Lavezzi. Va o resta? Cosa accadrà? Grava racconta: «Non l’ho sentito, aspettiamo un altro paio di giorni». Poi, pronostico Europeo: «Io dico Italia». Cuore azzurro che più non si può.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
