Il responsabile del settore giovanile Gianluca Grava ha realizzato un’intervista in esclusiva ad IamNaples.it. In questo passaggio ci racconta delle critiche al settore giovanile degli azzurri, della questione ‘raccomandati’ e delle strutture:
“Io sono partito dal rapporto con le famiglie, ai genitori ho detto che ci ho messo dieci anni per costruire una certa immagine di me stesso a Napoli e non me la rovino per nessun ragazzo. Lavoriamo alla luce del sole, mi assumo tutte le responsabilità, naturalmente si può anche sbagliare sulle scelte ma nessuno è mai favorito. Bisogna fare i complimenti a Giuseppe Santoro e a tutti i collaboratori che hanno portato avanti il settore giovanile del Napoli anche quando c’erano pochi mezzi a disposizione, e a Luigi Caffarelli, che poi l’ha seguito in questo ruolo, era molto difficile accompagnare la crescita del vivaio a quella della prima squadra . Sono aperto al colloquio con tutti ma voglio specificare che per avere la licenza Uefa in questi anni è stato necessario costruire una macchina organizzativa di livello e rispettare tutti i parametri. Abbiamo per ogni squadra staff tecnici ampi con gli allenatori in seconda, un preparatore atletico abilitato a Coverciano, un’area medica con attrezzature all’avanguardia e professionisti di livello che rappresenta il nostro fiore all’occhiello. Abbiamo tredici fisioterapisti di cui uno che si occupa della riabilitazione da campo e medici che seguono quotidianamente tutti i ragazzi su tutti gli aspetti, nel complesso della cura della struttura fisica, con programmi individuali e un’attenzione specifica a tutti gli aspetti, a cominciare dalla postura. Poi spesso sento dire che tante persone chiamano per conto del Napoli, non è assolutamente vero, siamo solo io e Mozzillo a rappresentare la società con le scuole calcio. Riguardo alle strutture, sono stati compiuti grandi passi in avanti, a Sant’Antimo c’è la possibilità di fare palestra, di lavorare in piscina. In realtà ci sono molte scuole calcio virtuose con cui abbiamo un ottimo rapporto, ma tanti altri che dicono di essere amici ma poi fanno la guerra al Napoli. Qualcuno è stato capace di chiederci la luna per un ‘2004, anche se, come sanno tutti, non si può sottoscrivere un vincolo pluriennale fino al compimento dei quattordici anni d’età, quindi, un ragazzino potrebbe anche andare via per qualsiasi motivo e il nostro investimento sarebbe vanificato molto presto. Al Napoli non manca nulla, c’è la possibilità di crescere in maniera sana. Si dice spesso che dobbiamo strutturare un’area scouting più ampia ma in realtà bisogna cambiare la mentalità generale delle scuole calcio, c’è un controsenso generale: siamo tutti tifosi del Napoli, ci indigniamo per i cori razzisti ma poi magari il giorno dopo aiutiamo i club del Nord. Quando si dice che il Napoli si fa sfuggire i talenti, bisognerebbe valutare caso per caso, verificare che certi ragazzi siano stati informati delle nostre richieste prima che poi esplodano altrove, oppure conoscere le folli pretese economiche di tante realtà. Addirittura alcune scuole calcio affermano di lavorare meglio di noi, dicono che noi “bruciamo” i ragazzini, mi sono anche un po’ stufato di sentire queste maldicenze da chi non sa nulla del Napoli, talvolta è più facile prendere giocatori dal Lecce che dalle scuole calcio della zona”
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