La Nocerina si ritrova grande contro il Verona. Auteri vince la sfida con Mandorlini, addirittura «protetto» per l’intera partita da due poliziotti. Non ha vinto solo la squadra, ma anche il popolo nocerino: civile e sportivo. Solo cori ostili nei confronti del tecnico veronese (nessuno ha dimenticato quel «ti amo terrone» cantato da Mandorlini alla presentazione della squadra) e, a fine partita, nel pieno dei festeggiamenti, la curva sud ha esposto lo striscione «sottratto» all’andata agli ultrà scaligeri. Più nulla e dopo il match pullman degli ospiti in viaggio dopo due ore senza incidenti.
Bravo Auteri a bloccare il centrocampo avversario, reparto forte degli scaligeri. Asfissiante Bruno su Tachtsidis, regista vecchio stampo; ingabbiato Hallfredsson da Mingazzini e Catania, utilizzato molto basso in fase di non possesso per dare maggiore copertura in mediana. Poi tanta pressione sui portatori di palla in modo da non far mai illuminare la manovra veneta. L’aver trovato subito l’uno-due è stato importante. Il gol che ha sbloccato la partita parte da lontano: Castaldo spizzica un cross di Merino, bravo Rafael a deviare in angolo. Dalla bandierina batte Negro: Mingazzini tocca e manda il pallone sul secondo palo dove è appostato Figliomeni che non a problemi a depositarlo in rete. Sono trascorsi solo 4′ e il Verona sembra accusare il colpo. Tachtsidis tenta di riprendere il bandolo della matassa ma Bruno non gli concede spazio. La Nocerina arretra di pochi metri il baricentro, copre bene gli spazi ed è veloce nelle ripartenze. Come al 16′ quando Bruno lancia Negro e il numero dieci rossonero con un pallonetto beffa Rafael. La Nocerina cerca di addormentare la partita e prende fiato per una decina di minuti, il Verona subito ne approfitta: Tachtidis smarca Gomez davanti a Concetti, per l’argentino è un giochetto far gol.
Nella ripresa si teme il crollo rossonero e, invece, la Nocerina non molla e trova la rete che chiude il match: ingenua manata di Ceccarelli su Catania. Per l’arbitro nessun dubbio: è rigore che Merino trasforma. Partita chiusa nonostante i cambi e il gioco che si fa duro. Finisce con la festa rossonera e l’ennesima provocazione di Mandorlini che, in sala stampa, si lascia scappare: «Quando retrocederete sarò io a festeggiare».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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