E’ un viaggio immaginifico e val la pena tuffarsi dentro, con la forza prepotenze dei ricordi e della fantasia, con la vivacità d’una memoria insopprimibile e le seducente tentazione di sognare: è Napoli-Psg ed è un contenitore di emozioni vissute, d’un passato che ritorna, d’idoli che hanno dato (e dunque meritato) e poi c’è il domani racchiuso nella speranza, nel desiderio collettivo d’una città che conta i giorni dal Bilbao e aspetta un cenno, almeno uno, dal mercato.
BRIVIDI . Si gioca e sono brividi che non possono essere sopraffatti, né sparire, nella lettura demagogica che s’è data all’addio di Cavani, in quella separazione che ha lasciato in eredità non solo centoquattro reti e ciò ch’è stato il Napoli del matador ma anche sessantaquattro milioni e cinquecentomila euro, una fortuna economica utilizzata per ricostruire intorno allo scheletro preesistente e inserire Higuain e Callejon, Mertens e Albiol….E’ Napoli-Psg e ci sono Ibrahimovic e una varietà di stelle da restare abbagliati e persino accecati, ma questa è la notte delle suggestioni e di Cavani e di Lavezzi, d’un tandem delle meraviglie che con al fianco Hamsik si trasformò nei “tre tenori”, in pagine che brillano di alto senso della professionalità mostrata dal matador e di un’empatia da scugnizzo che il pocho ha scoperto d’avere in sé.
DISTRAZIONE . E’ un preesame, se volete, però utile per ripassare la lezione, per immergersi in un clima favoloso che induca Benitez a ricordare a chiunque quel che conta davvero. « Sarà la nostra prova generale prima della doppia sfida con l’Athletic Bilbao ». E non sarà un’amichevole, anche se letteralmente di questo si tratta, in sintesi l’ultimo cadeau lasciato da Cavani, orpello per nulla insignificante d’una cessione da star che ingrata non è mai stata, né in campo per quello che ha dato, né fuori per come ha vissuto, né durante il suo triennio, né dopo i saluti.
VI STUDIO . E’ Napoli-Paris saint Germain e non può essere «ridotta» ad un’amichevole: perché nella statura dei partecipanti c’è rappresentata la loro dignità calcistica e vabbé che le motivazioni saranno onestamente (oggettivamente) diluite però in quell’ora e mezza da sfilata della belle epoque che fu, in questa serata di indomabili sensazioni nostalgiche, c’è pure nascosta la radiografia d’una squadra che Benitez vuole trascinare al 19 agosto nella sua forma più smagliante. « Vincendo in Germania, gli spagnoli hanno dimostrato di essere in condizione e di attraversare un buon momento. Ma noi li conosciamo e comunque siamo consapevoli della nostra forza. Sarà difficile anche per loro, sia chiaro. Il Psg ci servirà per verificare eventualmente i progressi e un match contro una delle formazioni più forti d’Europa può solo farci bene. Li affronteremo con molto rispetto ».
LA FESTA . E’ qui, in quest’universo in cui il calcio è vita, in questo macrocosmo che ne annuncia cinquantamila circa per Napoli-Psg, la sfida (amichevolmente) secca per brindare nell’Acqua Lete Cup, la propaggine d’un contratto faraonico nel quale c’era pure questa, la notte di Cavani, sessantaquattro milioni (o centoquattro, fate un po’ voi) di buoni motivi per ricordarsi il testamento del matador, la sua lussureggiante stagione partenopea, una sequela di capolavori esaltanti, utili per rinforzare l’autorevolezza d’un club amato attraverso una serietà inattaccabile.
IL PONTE . Non può essere un’ora e mezza normale, perché in Napoli-Psg ci sono contenuti tecnici di primissimo piano e potrebbero nascondersi indicazioni decisive per chi ha la testa proiettata al «prossimo» San Paolo e poi al San Memes, per un Benitez che pensa a trecentosessanta gradi o a centottanta minuti, decidete pure: « Dalla atmosfera che percepisco, so che i tifosi saranno in tanti e so che ci staranno vicini come sempre, perché noi abbiamo bisogno del nostro dodicesimo uomo in campo. La sfida con il Barcellona ci ha lasciato ottimi segnali, il Napoli ha dimostrato di essere cresciuto sia fisicamente che tatticamente e chi è arrivato dal Mondiale si sta allenando con intensità. Siamo fiduciosi…. ». Si gioca con il Psg, si pensa all’Athletic: c’est la vie, è la vita.
Fonte: Corriere dello Sport
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