Una finale è innanzitutto una partita a scacchi. I due allenatori provano a confondersi le idee a vicenda usando l’arma della pretattica a suon di mezze bugie e voci poco veritiere. In Fiorentina-Napoli, finale di Tim Cup in programma stasera alle 21 allo Stadio Olimpico. è più Montella a scegliere la strada della pretattica che Benitez, coerente nella filosofia di imporre il proprio gioco a prescindere dalle caratteristiche dell’avversario. Rafa dovrebbe scegliere la formazione che gli ha dato più fiducia nell’ultimo periodo, con Reina tra i pali, Henrique e Ghoulam sugli esterni, tenendo ancora a riposo i rientranti Maggio e Zuniga, la coppia difensiva Fernandez-Albiol, i due centrocampisti Jorginho e Inler, capitan Hamsik, che ha parlato anche nella conferenza della vigilia, e Callejon alle spalle di Higuain, con il solito ballottaggio Insigne-Mertens. La disciplina tattica e la fantasia da rifinitore dello scugnizzo napoletano o l’esplosività del belga, la generosità del talento di Frattamaggiore in fase difensiva o le capacità nell’accelerazione dell’ex Psv Eindhoven; Benitez avrà chiesto consigli al suo cuscino per una partita che può regalargli il suo primo trofeo da allenatore del Napoli. Insigne sembra favorito, Mertens dovrebbe rappresentare un cambio importante, un’arma utile dalla panchina a gara in corso, soprattutto in una finale che potrebbe presentare anche il rischio supplementari. C’è anche un’ìpotesi riguardo all’impiego di Behrami in mezzo al campo per contrastare i palleggiatori viola, ma sembra difficile che Benitez smuovi gli equilibri in una gara così delicata.
Montella dovrebbe opporsi al 4-2-3-1 di Benitez con un 4-3-3 improntato sulla filosofia di non dare punti di riferimento al Napoli. In porta ci sarà Neto, che si è regolarmente allenato nonostante le “piccole bugie” di Montella in conferenza stampa, in difesa Tomovic e Pasqual fungeranno da esterni bassi pronti a trasformare lo scacchiere tattico in un elastico 3-5-2 in fase di non possesso. Al San Paolo in campionato abbiamo visto una squadra poliedrica, duttile, capace di cambiare il proprio vestito più volte durante la gara. Montella chiederà queste caratteristiche anche al centrocampo e all’attacco viola; sulla linea mediana gli interpreti dovrebbero essere Aquilani, Pizarro e Borja Valero, a sostenere un tridente composto da Vargas, Ilicic e Joaquin. Altre due ipotesi più complicate stuzzicano Montella: l’inserimento del centrocampista Ambrosini al posto di Vargas per un centrocampo a rombo con Borja Valero vertice alto o un tridente più classico con Matri al centro dell’attacco sostenuto da Joaquin e Ilicic, riproponendo le armi che fecero male al Napoli in inferiorità numerica al San Paolo. Sembra difficile in realtà che si veda in campo l’ex Milan che non ha convinto Montella durante la sua esperienza a Firenze.
La partita a scacchi è già iniziata in settimana, alle 21 comincerà quella più attesa sul campo, proviamo ad anticipare le scelte dei due tecnici:
Dai nostri inviati a Roma Ciro Troise e Stefano D’Angelo
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