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Gotze infrange i sogni dell’Argentina: la Germania alza la quarta coppa

La Germania trionfa al Maracanà. Higuain non punge, Gotze sì: delusione per i 100.00 argentini accorsi a Rio

Lo spettro dei rigori pareva quasi essersi materializzato ma, così come quattro anni fa con Iniesta che condannò l’ Olanda, il Mondiale viene deciso nel secondo tempo supplementare. L’eroe di giornata è Mario Gotze, giustiziere inatteso di un’Argentina quest’oggi troppo sprecona nelle rapide verticalizzazioni che hanno portato, in svariate occasioni, Higuain prima e Palacio poi, a tu per tu con l’immenso Neuer. Questa sera ha vinto la squadra migliore, non la più spietata, per buona pace dei 100.000 argentini accorsi in quel di Rio.

Messi non riesce stasera dove Maradona riuscì 28 anni fa: anche in quest’occasione la Pulce ha dato ragione a chi lo etichetta ‘normale’ nelle gare fondamentali. Per la Germania finalmente una gioia mondiale: dopo l’ultimo trionfo (1990) ancora da ‘Germania Ovest’, arriva la quarta coppa, la prima da nazione unificata. I tedeschi (dopo 8 finali giocate) agguantano così l’Italia al secondo posto della speciale classifica delle nazionali più vincenti, ad una lunghezza dal Brasile.

Benvenuti al Maracanà – Pronti alla gara più importante dell’anno, in campo le due nazionali più forti per quanto visto in questo mese di mondiali. Cospicua la rappresentanza italiana (con la terna arbitrale capeggiata dal ‘nostro’ Rizzoli) e, più in particolare, napoletana con il Pipita Higuain al centro dell’attacco, l’ex Lavezzi a svolazzare sull’out prima destro e poi mancino dell’offensiva argentina, il mediano Kramer (schierato in luogo dell’acciaccato dell’ultimo momento Khedira ma poi uscito intorno alla mezz’ora per un colpo alla testa) obiettivo del mercato azzurro ed i panchinari Andujar e Fernandez (partito da titolare ad inizio mondiale, ma poi accomodatosi in panca per far spazio all’esperienza dell’eterno Demichelis).

Prima frazione equilibrata – Copione facilmente auspicabile: la Germania prova a tenere di più palla, l’Argentina (tipicamente sabelliana) attende l’errore dei sassoni per pungere con l’immensa qualità del trio composto da Messi, Higuain e Lavezzi. Proprio dal Pocho nascono i pericoli più grandi per la difesa degli europei, che se la cavano in più di un’occasione grazie alla scarsa precisione sotto porta del Pipita Higuain (clamoroso un suo errore a tu per tu con Neuer), all’attenzione della terna arbitrale (rete giustamente annullata proprio all’ariete del Napoli). Messi entra in gioco solo ad intermittenza, ma quando lo fa mette sempre in apprensione il mastodontico ma non propriamente rapido Hummels. Intorno al 30′, la Germania perde il primo pezzo per strada: trattasi del mediano del Borussia Mönchengladbach Chris Kramer, trovatosi KO dopo una testata fortuita di Garay. Il giovane mediano, famoso in patria per essere il giocatore con più tackle vinti in Bundesliga (circa 400 nell’ultima stagione) ed ammirato tra le altre dal Napoli di Benitez, lascia spazio a Schurrle ed il suo ingresso cambia il match. L’ultima fase del primo tempo, dopo una serie di buone occasioni potenziali per i sudamericani, si chiude col clamoroso palo colpito da Howedes su azione di angolo.

Piccoli passi verso l’extra time – Resta negli spogliatoi il Pocho Lavezzi, decisione sorprendente da parte di Sabella dato che l’ex Napoli, nei primi 45′, risulta essere tra i più propositivi dei suoi. Al suo posto il Kun Aguero. Manco il tempo di riprendere posto sugli spalti che Messi fa tremare Neuer. Il suo mancino sfiora il palo della porta tedesca. Col passare dei minuti, però, il tiki-taken di guardiolana memoria pare avere il sopravvento sull’attendismo di Mascherano (ancora una volta tra i migliori) e compagni. Klose svetta e arranca, Kroos non ha la giusta cattiveria dalla media distanza. Higuain, col passare dei minuti, scompare e lascia, stanchissimo, il campo a Rodrigo Palacio. Anche Klose saluta la finalissima senza aver graffiato: al suo posto Gotze. Serve la giocata del singolo, ma questa non arriva: ecco, allora, lo spettro dei supplementari.

Decide Gotze – Discesa di Schurrle sull’out mancino, cross al bacio per il piccolo grande bomber, stop di petto del numero 19 e splendida voleé mancina. Un gol da cineteca che ammutolisce il Maracanà che, per la grande maggioranza, è colorato albiceleste. Grave l’errore di Palacio ad inizio supplementari: l’Argentina, per antonomasia squadra cinica e spietata, ha stasera pagato dazio per le defaillances dei suoi uomini d’area. Fotografia della delusione sudamericana è la punizione, a tempo scaduto, di Messi. Rincorsa breve, sinistro alle stelle: Maradona è ancora lontano.

Focus azzurro – Restano in panca Fernandez ed, ovviamente, il portiere Mariano Andujar. Il Pipita Higuain ha il merito di essere riuscito a rendersi pericoloso ma anche il gran demerito di non aver griffato laddove le contingenze parevano essersi messe sui binari favorevoli. L’obiettivo di mercato Kramer deve arrendersi ad una testata involontaria di Garay. Più che positiva, invece, la prova della terna arbitrale capeggiata da Rizzoli.

 

Argentina-Germania 0-1 ( 113′ Gotze). Ecco il tabellino del match:

Argentina 4-3-3: Romero; Zabaleta, Garay, Demichelis, Rojo; Biglia, Mascherano, Perez (86′ Gago); Lavezzi (46′ Aguero), Higuain (78′ Palacio), Messi. All. Sabella.

Germania 4-3-2-1: Neuer; Lahm, Hummels, Boateng, Howedes; Kramer (30′ Schurrle), Schweinsteiger, Kroos; Muller, Ozil (120′ Mertesacker); Klose (88′ Gotze). All. Loew.

Arbitro: Rizzoli

Note: ammoniti Howedes e Schweinsteiger (G) e Aguero e Mascherano (A). Recupero: 2′ pt; 3′ st; 0′ pts; 2′ sts.

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