L’altra faccia del Pocho in realtà è anche l’altra faccia del Matador: e in quella definizione così ampia, a tutto campo, l’altra faccia di Pandev è apparsa persino come la controfigura di Marekiaro. AAA offresi a Mazzarri un attaccante tridimensionale, un centravanti che sa fare la seconda punta o anche il terzo, come già dimostrato, come ottenuto nel corso di una stagione assai in chiaro e un pochino anche nell’oscurità di un turn-over inevitabile, visti gli impegni. Riecco Pandev e stavolta però è tutta un’altra storia, ancor tutta da scrivere però già facilmente immaginabile, con la scheggia che può impazzire dove ritiene più opportuno, dove lo spingerà il modulo, dove lo trascinerà Mazzarri, che ora può scegliere tra una serie di opzioni tutte praticabilissime.
IPOTESI 1 – Il bomber ch’è in Pandev esplode in maniera fragorosa in Napoli-Juventus, il modo più suggestivo per sbloccarsi, una doppietta alla Vecchia Signora e l’ombra di Cavani (quella notte assente per infortunio) scacciata via con prepotenza, con padronanza tecnica indiscutibile e pure con destrezza, la conferma che in quell’attaccante c’è del buono e sicuramente non esiste alcun veto tattico in lui, cinicamente perfetto pure nei sedici metri.
IPOTESI 2 – Senza Lavezzi, la logica (e anche la vocazione) induce a pensare che il Pandev che verrà dovrà un po’ fare il verso al predecessore, andando a sostenere la fase passiva, scalando, coprendo, garantendo gli equilibri assicurati spesso e volentieri nella stagione alla passata, ostruendo le diagonali di passaggio e poi garantendo le ripartenze. E’ nelle corde del macedone, lo dice la statistica del torneo ormai alle spalle e anche la frequenza degli avvicendamenti con l’argentino, sostituito nelle funzioni di frequente.
IPOTESI 3 – Ma se dovesse servire, Pandev ci sta pure in un tridente completo, per concedere qualche turno di riposo ad Hamsik e dunque rendere più sbilanciata la strategia tattica, peraltro già utilizzata nel corso del campionato alle spalle, in quella rotazione offensiva che gli ha riservato trenta partite in A ma anche sette in Champions e cinque in Coppa Italia, chiusa con l’assist per Hamsik.
MACED… ONE – Tutto cambia, soprattutto la gerarchia all’interno di un Napoli che perde Lavezzi ma riconquista Pandev, lo investe del ruolo di titolarissimo, lo affianca a Cavani e ad Hamsik, gli toglie la nevrosi d’un ballottaggio complesso e non sempre facile da digerire, lo illumina e lo responsabilizza come nell’anno con la Lazio di Delio Rossi o come nella stagione del «triplete» con Mourinho. Il terzo tenore è Goran Pandev, al quale viene persino richiesto di fare da «papà» a Vargas e a Insigne, l’oro di Napoli che rimane nella scia del bomber moderno voluto da Mazzarri e poi difeso e riconfermatissimo per ricominciare la corsa tra le grandi.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.