La profezia di Maradona ora si può avverare: in Sudafrica nel 2010, l’allora ct della nazionale argentina disse: «Se Higuain un giorno giocherà nel campionato italiano, diventerà capocannoniere». Concetto ribadito anche nei giorni in cui l’attaccante del Real Madrid sembrava destinato alla Juve e, naturalmente, ricordato ieri dal Pibe dopo aver saputo del passaggio di Gonzalo al Napoli. E di Diego c’è da fidarsi, perché di attaccanti se ne intende. Magari anche perché Higuain gli ricorda nelle movenze, nella facilità di controllo della palla, nella freddezza sotto porta un suo ex grandissimo compagno di squadra: Careca.
Ecco, colpisce di Gonzalo Higuain, proprio come accadeva per il brasiliano che conquistò con il Napoli il secondo scudetto azzurro e la Coppa Uefa, la capacità di trovare sempre la porta, ovvero la dote principale di un attaccante per essere un vero bomber. Nel rivedere in una rapida carrellata i gol del fuoriclasse argentino che arriva a Napoli per sostituire mister 104 gol Cavani, si intuisce subito questa caratteristica. Higuain non fa mai una cosa di troppo, punta dritto al sodo: ci prova. Così lo puoi ammirare mentre controlla la palla con disinvoltura ad altezza d’uomo, supera il diretto avversario e senza far cadere la sfera la colpisce per trovare l’angolino più distante. Fregandosene del piccolo muro umano che nel frattempo i difensori avversari avevano provato ad erigere. No, lui è convinto di quel che fa: cerca l’angolino più distante e lo trova.
È veloce, Gonzalo Higuain. A dispetto del suo metro e 84 centimetri e degli 80 chili o poco più di peso forma. A prima vista l’argentino potrebbe sembrare il classico attaccante da area di rigore, bravo nel contrasto aereo e nel corpo a corpo con i difensori per farsi spazio ed esplodere la sua potenza. Sa fare anche questo, ovvio. Ma lui è rapido, abilissimo perciò anche nel gioco di contropiede, o nelle ripartenze come ormai da tempo amano dire i tecnici. Significativi alcuni suoi gol con la maglia del Real Madrid: semina gli avversari, si sposta verso destra e lascia partire un diagonale di destro diretto sempre nell’angolino opposto. Oppure, quando si impossessa della palla poco fuori dell’area di rigore, spesso colpisce con precisi pallonetti. Anche se si trova in posizioni defilate rispetto alla porta. Coniugando tecnica e freddezza. Benitez, dunque, sa di poter contare su di lui anche nei capovolgimenti di fronte.
Di Higuain è impressionante la media realizzativa. Fin da quando, giovanissimo nel River Plate, contribuiva ai successi (con doppiette) sullo storico rivale Boca Juniors (15 gol in 33 partite) e alla vittoria nella Copa Libertadores sul Corinthias di Carlitos Tevez, quello che sarà il suo grande rivale nella Juve. Quei numeri lo imposero subito all’attenzione del Real Madrid, che con Franco Baldini, all’epoca dg della squadra guidata da Fabio Capello, lo portò in Spagna nel 2007. E nel Real Madrid alla fine, con 266 presenze, ha vinto tre campionati, due Supercoppa di Spagna e una Coppa di Spagna, segnando 122 reti e fornendo 46 assist. Perché Higuain, grazie alla sua stazza e all’ottima tecnica, è bravo anche nel mettere i compagni di squadra nelle condizioni migliori per segnare. A parte la prima stagione (9 reti in 34 partite) è sempre andato in doppia cifra, pur non battendo i rigori, anche nella passata stagione con Mourinho che spesso gli preferiva Benzema, con il record di 29 reti in 40 partite nella stagione 2009-2010. Quando Maradona lo convocò nella sua Nazionale per il Sudafrica (4 gol in 5 partite del Mondiale, 19 in 33 gare complessive) e regalò la sua profezia. La stagione dei gol in Italia è arrivata.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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