NAPOLI – C’è idea, un modello, un profilo tecnico tracciato. Poi però c’è pure la fattibilità dell’operazione da considerare, la possibilità di trattare davvero, e ovviamente acquistare. Così è il mercato, sempre. Difficile, complicato, ancor più a gennaio quando quelli bravi non si muovono. Anche se hai un budget da cinquanta milioni, la voglia di fare e un allenatore, Benitez, che è ormai garante di un progetto importante. Mai arrendersi però. Insistere. Perchè è la qualità quel che serve al Napoli. Acquisti da scudetto.
TARGET – La strategia è doppia, e parallela. E le feste, eccetto la sacralità di certe giornate, serviranno per aggiornarsi, confrontarsi, girare per i campi dove si gioca. C’è un target da Napoli. Preciso. Età, ingaggio e valutazione. Maxime Gonalons l’identikit perfetto per la mediana. E’ nella lista dei preferiti. Interessante il rapporto qualità/prezzo. Dieci milioni e un po’ il costo. Stipendio nella media spogliatoio e relazioni sempre positive. Osservato, monitorato, già trattato eppure, per ora, là, in attesa di decidere che fare. Perché altro in giro c’è, ci sarebbe. Il livello è lo stesso, i costi no. Fernando del Porto è in scadenza. Doppio passaporto. Buon piede e fisico da chi in mezzo al campo tiene botta. Fa tutte e due le fasi. L’opportunità di prenderlo a zero ne fa un uomo mercato. Lo vuole mezza Europa. Totthenam e Liverpool su tutte, piace all’Inter, lo segue la Juventus. C’è anche il Napoli. Zero euro più commissioni (salate). Un affare? Forse. La riflessione è totale.
L’ALTRA STRATEGIA – Benitez non s’accontenta, vuole il meglio di quel che è possibile. E allora, ecco l’altra strategia. Mirata. Utilitaristica. Il centrocampista è la priorità del mercato, e l’esigenza aguzza l’ingegno. Il piano bis è tecnicamente inappuntabile, economicamente sostenibile. Obiettivi gli “scontenti”. Quelli che stanno giocando poco nei loro club e puntano al mondiale. Sei mesi in prestito l’offerta: ingaggio da top senza però vincoli pluriennali. Sei mesi di gestione straordinaria insomma. Il discorso chiaro da subito. Per tutti. «Vieni, vinciamo e dopo eventualmente ne riparliamo». Una “manita” di nomi o poco più. Song del Barcellona è il primissimo della lista. Quello ideale per Rafa. Ventisei anni, nazionale del Camerun. Giocare è per lui fondamentale e al Barcellona lo fa poco o niente: 543 minuti appena nella Liga e qualche spicciolo nelle Coppe. Napoli sarebbe un’occasionae anche per lui: sei mesi da titolarissimo, l’Europa League da vetrina, caccia a Juve e Roma in campionato e muscoli da lucidare per Brasile 2014. La corte di Rafa è spietata. Teoria perfetta, pratica da applicare. Che è poi convincere il giocatore che questa può essere la scelta giusta. Pure Javi Garcia ci pensa. La telefonata è arrivata. Spagnolo di Mula. La maglia del City è ormai di un azzurro sbiadito. Solo 484 minuti in Premier e un altro po’ tra Champions e Coppa di Lega. Del Bosque l’ha chiamato a settembre contro il Cile. La continuità di prestazioni vale le prossime convocazioni e a Napoli giocherebbe sempre. Come fa M’Vila al Rubin Kazan. Under 21 francese. Ha talento, sostanza e bel un caratterino. Valutazione quasi 15 milioni, ingaggio nei limiti. Nelle scelte di Benitez sta nel mezzo. E’ un centrocampista del resto.
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