Marco D’Amore, alias Ciro Di Marzio, noto attore della fiction “Gomorra – La Serie”, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Punto Zero, nel corso di Fuori Gara. Ecco quanto raccolto da IamNaples.it:
“Ho avuto la fortuna e la sfortuna di guardare Juve-Napoli dal vivo ed ero convinto che vincessimo, ero senza pensieri ed invece ci ha condannati Zaza, un altro pelato come me. Aspetterei stasera prima di essere elogiato per Gomorra, è molto bello incontrare i giornalisti e parlare in radio ma, da attore di teatro, la cosa più bella, la vera festa è l’incontro col pubblico. Il momento della recita è quello più importante, sperando che il pubblico ribattezzi il nostro successo nelle prossime sei puntate. Critiche su Gomorra? Non mi preoccupano, Gomorra non potrebbe esistere se non prendesse spunto da una realtà che coinvolge non solo Napoli, ma tutta l’Italia. Ho letto i giornali stamattina e sono contento perché quasi tutti raccontano di uno spaccato che coinvolge tutto il paese, lo mettono in evidenza sostenendo una tesi che ho battezzato due anni fa: Gomorra è un luogo della coscienza, non è un luogo geografico, non è ascrivibile ad una regione o ad singola una città, come Napoli. Molti mi hanno detto che sono simile sia a Reina che a Guardiola, ma la netta differenza con loro è il conto in banca (ride, ndr). Fortunato Cerlino è simile a Sarri, i due si sono incontrati e il mister, scherzando, ha detto che non pensava d’essere così brutto. Il famoso slogan ‘sta senza pensier’ l’ho detto una sola volta a metà della seconda puntata ed è diventato virale. Col Frosinone non dobbiamo aspettarci sorprese ma ogni partita ha la sua storia. Serviranno i tre punti. Higuain? Una squadra è fatta di almeno venti giocatori, perché rinunciare a lui? L’argentino è un campione che si è ambientato benissimo nell’animo della squadra, lo terrei a tutti i costi. Scudetto? Il Napoli mi ha fatto sognare e per questo sono grato alla squadra e alla società. Lo sport è legato a un mondo vicino ai sogni. Purtroppo a febbraio, dopo la sconfitta con la Juve, il Napoli ha avuto un calo di gambe e di testa e questo aspetto dovrà far riflettere perché bisognerà lavorare su questo in futuro per migliorare. Paragoni? Non amo fare paragoni tra i calciatori del Napoli e i personaggi di Gomorra perché ci muoviamo su due emisferi opposti, però, divertendoci, dico che Don Pietro lo paragono a Sarri, non solo per la somiglianza: dietro i rispettivi occhiali si cela un cervello immenso; Ciro, ovvero io, lo paragonerei ad un fantasista, uno che sonnecchia durante l’arco della gara ma poi ci mette lo zampino, dunque uno tra Insigne e Mertens; Genny Savastano, per la trasformazione che ha avuto, lo paragonerei ad Higuain, colui che ora la butta dentro sempre anche se all’inizio, nei primi due anni, non aveva meravigliato tutti; Salvatore Conte potrebbe essere un Jorginho, un grande ragionatore, uno di quelli che parla continuamente coi suoi compagni così come fa Conte, che da’ sempre istruzione e consigli sulla vita agli altri; Malammore è l’uomo fidato di Pietro quindi dico Marek Hamsik, il capitano, un uomo speciale che ha sposato la causa della città che difenderà sempre. Anticipazioni? Ciro ha creato un vuoto nella prima stagione ed ora proverà a riempirlo mettendosi “di chiatto”, come si dice a Napoli, e questo gli costerà tanto dal punto di vista personale ed emotivo: sarà una bella scoperta. Ricordiamo sempre che le logiche che determinano i rapporti dei nostri protagonisti sono di potere e non sentimenti. Perché guardare Gomorra? Perché è un grande progetto di intrattenimento, dagli attori alla regia, passando per la sceneggiatura. Gomorra è un percorso di conoscenza, la nostra serie è legata ad un studio che tutti dovrebbero conoscere. Aggiungo che in questa serie recitano oltre 250 attori campani, dunque è la conferma che la nostra regione è una fucina di talenti incredibile. Gomorra è la serie tv più venduta al mondo, stasera saremo in contemporanea con altre cinque nazioni. La nostra serie tv da’ dei suggerimenti, fa nascere degli interessanti spunti di riflessione. La conoscenza è un fattore importante per sconfiggere l’ignoranza, ovvero l’arma nelle mani delle associazioni criminali che sfruttano la povertà per approfittarsi dei più giovani e deboli”.
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