Le lacrime per l’eliminazione dalla Champions sono alle spalle. C’è solo da gioire per l’ottavo gol di Gonzalo Higuain in campionato. Bastano nove minuti per far esplodere il san Paolo. Lancio di Inler, respinta corta di Nagatomo e sinistro al volo di Higuain: 1-0 e Fuorigrotta già impazzisce. È lui l’idolo della folla azzurra. È lui che non solo conclude a rete ma, quando si trova largo sulla fascia e pressato da due avversari, apre completamente il gioco sull’altra fascia per far ripartire l’azione in velocità. Roba da fuoriclasse. Applausi a scena aperta come se avesse segnato un gol. L’idolo del San Paolo è sempre più forte. Nel corpo e nell’anima. Higuain sta lavorando, infatti, anche con un professionista, uno psicologo dello sport, che lo sta supportando per diventare sempre più forte, sempre più protagonista. Il timbro dei grandi campioni in qualsiasi disciplina sportiva. Nulla si tralascia per essere più grandi. E quando il Napoli subisce un gol si vede come esplode la sua rabbia. Sbatte il pallone per terra come dire: «Non possiamo gettare al vento tutto il lavoro che facciamo lì davanti». Un modo per caricare la squadra, come quando ragiona con Insigne su come avrebbe potuto giocare meglio una palla in contropiede. Lui è sempre presente. Uomo squadra. Ci teneva a fare ottima figura contro l’Inter. «Per noi – dice a fine gara – era come una finale. Ora ci siamo messi l’Inter a sette punti e abbiamo la Fiorentina a cinque. Una partita che abbiamo interpretato bene facendo felice anche Benitez e va bene così». Poi si torna sulla difesa che rischia di vanificare il gran lavoro fatto dal reparto guidato dal Pipita. «Dobbiamo solo lavorare per migliorare tutti – continua – adesso pensiamo a riposare per la prossima partita. Fortunatamente abbiamo una settimana lunga e possiamo lavorare al meglio possibile». Ottavo gol in campionato più quattro in Champions. Oggi il primo di sinistro dopo quattro reti di destro, due rigori ed una deviazione. Per la quarta volta ha sbloccato il punteggio. Per chi seziona il modo di giocare dell’argentino il secondo gol nel primo quarto d’ora di gioco. Ama segnare dopo il 60’ con tre centri all’attivo. Questa volta ha lasciato il campo a Berhami. Non ne aveva più. Dopo la battaglia dell’Arsenal anche quella con l’Inter interpretata con la stessa determinazione. I tempi brutti dell’infortunio, quelli in cui qualcuno imputava all’argentino di nascondersi, sono alle spalle. «Si – prosegue – è vero, l’ho dimenticato. Non posso che migliorare. Io sono giovane, ho una lunga carriera davanti ed anche questo campionato è molto lungo. Andiamo avanti così che sicuramente faremo bene». Benitez ha cercato in lui l’uomo squadra e l’ha ottenuto. «Il mister è contento – conclude il Pipita – prima della partita ha parlato con noi e ha detto come avremmo dovuto interpretare il match. Ci tenevamo tutti, anche lui. Ed è andata bene. Guardiamo al futuro con la consapevolezza di poter far bene». L’applauso della curva è tutto per lui. Se la partita contro l’Inter era uno spartiacque per dimenticare completamente Mazzarri, è servita anche per fare entrare l’attaccante nel cuore dei tifosi. Cavani? Chi era costui. Il Napoli ha una cooperativa del gol con 8 reti di Higuain, 8 di Callejon 6 Pandev, 6 Hamsik, 3 Dzemaili, 2 Mertens. Uno per tutti, tutti per il Napoli e la caccia alla Juventus ricomincia.
Fonte: Il Mattino
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