NAPOLI – E però poi mica è necessariamente colpa degli schemi. Perché laddove non viene meno la copertura, s’apre un buco nella testa che genera un vuoto (di posizione, di attenzione, di concentrazione).
Chiamatela come volete, magari anche ipnosi, ma nelle sette reti sin qui subite dal Napoli c’è altro, mica solo il 4-2-3-1 da digerire secondo usi e costumi di Benitez. Contro il Chievo, ad esempio, leggerezze indiscutibili dei singoli: la prima di Britos (e Reina) e la seconda di Maggio, distrazioni che incidono e che vanno nel paniere di giornata, arricchito da altre amnesie. Se Balotelli s’inventa un capolavoro a san Siro, Zuniga ha già provveduto da sé con il Borussia Dortmund, mettendoci il tacco su un traversone di Reus: in casi del genere, serve ben altro che quella frivola interpretazione della diagonale. C’è una sequela di errori pure nell’1-1 con il Sassuolo: sbaglia prima Fernandez nel restare inchiodato sulla linea – dunque senza andare in pressione – e poi lo imita Cannavaro che potrebbe lasciar sfilare via Zaza, mandando il fuorigioco, invece lo segue, lo tiene «vivo» e poi gli concede la battura.
Fonte: Corriere dello Sport
La redazione
F.G.
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