La partita del cuore di Giandomenico Mesto: gol, assist e un amore mai finito. Lo sgarbo garbato, verrebbe da dire. Due pugnalate, letali, che però hanno finalmente regalato una domenica da incorniciare. La prima davvero bella, vissuta a modo suo: correndo sulla fascia, inventandosi qualcosa e addirittura segnando il primo, momentaneo pareggio. Ironia della sorte, al Genoa. Il suo Genoa. E per giunta a Marassi, nello stadio del quale è stato uno dei beniamini indiscussi fino a qualche mese fa. Stupendo il gol, perfetto e puntuale l’assist per la capocciata di Hamsik del 3-2, ma strepitoso addirittura il gesto regalato al vecchio pubblico rossoblù: non ha esultato, dopo l’1-1, e poi ha esibito commosso un cuore alle gradinate, unendo i pollici e gli indici delle due mani. Applausi. Da tutti.
LA PRESENTAZIONE – E allora, Giandomenico detto Giando ha scelto il momento migliore per presentarsi degnamente al Napoli e alla sua gente. Lui è questo: un generoso, uno che non molla mai; un giocatore assolutamente degno di vestire la maglia azzurra, che sa difendere e attaccare, dettare l’assist e anche concludere. I gol e i cross li ha sempre fatti, altro che storie, ma finora non aveva certo avuto grandi occasioni per raccontare ai nuovi tifosi cosa fosse in grado di mettere sul piatto: prima dello splendido secondo tempo di domenica, infatti, Mesto aveva collezionato pochi minuti in campionato e poi 4 presenze da titolare in Europa League. Ovvero, nella competizione che finora non ha di certo visto sfilare il miglior Napoli possibile.
IL RECORD – Marassi e il Genoa, insomma, gli hanno portato ancora fortuna. Ancora, sì, perché è in quello stadio e con quella maglia che il centrocampista tuttofare ha trovato la piena affermazione nel panorama calcistico italiano. In serie A, per la precisione, dove Mesto vanta una carriera lunghissima nonostante sia un fresco trentenne: dal 2002, per la precisione, partendo dalla Reggina, proseguendo all’Udinese e poi chiudendo a Genova. Dove in campionato ha collezionato 132 presenze (una all’esordio della stagione in corso) e 8 gol, con 6 gettoni in Europa League. Da ricordare anche la menzione speciale e la cittadinanza onoraria di Reggio Calabria, guadagnate per la salvezza record conquistata nel 2007. Con Mazzarri.
IL JOLLY – Un rapporto datato, dunque, quello con l’allenatore ritrovato. Un tecnico che lo ha voluto anche a Napoli, per completare il suo parco esterni, puntando a occhi chiusi sulla sua affidabilità e la sua duttilità: finora ha giocato sempre a destra, Mesto, ma può anche adattarsi a sinistra, e in ogni ruolo della fascia. In ogni posizione. Più terzino, più ala e anche nel tridente: a Genova ha fatto tutto, da jolly consumato, e a onor del vero lo ha fatto anche bene. Un acquisto importante, il suo: alla lunga sarà così. E’ sempre stato così, in ognuna delle squadre di cui questo barese di Monopoli, serio e sorridente, ha fatto parte.
LA MALEDIZIONE – Una gioia napoletana gli mancava, però, soprattutto perché fino a domenica erano stati più mugugni che altro: da ieri, invece, il popolo azzurro ha scoperto Mesto e lo ha anche apprezzato. Molto. L’uomo della svolta, a Marassi. Quello che ha dettato i ritmi della splendida riscossa alla maniera del miglior Napoli di Mazzarri. Tra l’altro, il destino ha anche completato il giochino beffardo: De Laurentiis e Preziosi, nonostante innumerevoli tentativi, non erano mai riusciti a definire un affare, e anche il passaggio di Giandomenico ha rischiato di saltare all’ultima curva, dopo che i club avevano già trovato l’accordo, per un ripensato last second del presidente rossoblu. Beh, evidentemente aveva un presentimento: perché domenica, a condannare il suo Genoa, guarda caso è stato proprio lui. Il primo affare sull’asse Genoa-Napoli. Una maledizione. Un colpo al cuore.
A.S.